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Angelo Colombini (CISL): ripartire dai piccoli centri attivi, anche nell’est Ticino

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MAGENTA “Non abbiamo bisogno di nuovi presepi, ma di piccoli centri attivi, a presidio di un territorio ancora straordinario e attraente per l’autenticitร  dei luoghi”. ย 
Queste parole del Vescovo di Rieti, Domenico Pompili, pronunciate durante la celebrazione dei 5 anni dal terremoto che colpรฌ Amatrice, evocano la necessitร  di una profonda riflessione su questioni inerenti i temi dello sviluppo ed il lavoro.
Di “piccoli centri attivi” ha bisogno tutta l’Italia per ricalibrare uno sviluppo che per molti aspetti รจ stato piรน consumismo che vera crescita.ย 
L’Italia, che da sempre รจ il paese dei campanili, aldilร  delle consuete affermazioni retoriche, non ha fatto molto affinchรฉ tutti i campanili potessero sempre rappresentare anche luoghi da vivere. Il tema dell’abbandono delle aree interne, รจ legato ad una diffusione iniqua delle opportunitร  che si possono cogliere rimanendo presso i luoghi di nascita o quelli che si preferiscono, rispetto alle opportunitร  che si possono cogliere nelle grandi cittร  o nelle aree piรน sviluppate del paese.
Con questo non si vuole assolutamente svalutare il ruolo delle cittร  o la naturale mobilitร  sociale che i cittadini devono poter avere.
Tuttavia se le opportunitร , di studio e di lavoro, fossero meglio distribuite, probabilmente molte piรน persone potrebbero decidere di vivere in piccoli centri.
Per essere attivo un piccolo centro deve perรฒ poter garantire ai propri abitanti prima di tutto il lavoro, che รจ centrale per gli aspetti economici e sociali altrimenti un presidio del territorio semplicemente passivo non ha al suo interno i germi dello sviluppo ne favorisce la voglia di permanenza.
Naturalmente una comunitร  non si basa esclusivamente sul lavoro ma anche sulla scuola, la sanitร , ecc. Quindi il lavoro non rappresenterร  il tutto, ma รจ fondamentale per far rimanere le persone.
Se veniamo ai giorni nostri tra le esperienze della pandemia una sicuramente potrebbe aiutare i piccoli centri a rimanere ed essere attivi, ed รจ il lavoro a distanza.
Riuscire a combinare opportunitร  di lavoro in loco insieme a quelle di persone che lavorano a distanza per imprese che hanno sedi nelle cittร  vicine o altrove, magari istituendo deiย luoghi di co-working, potrebbe rappresentare una soluzione per far sรฌ che i piccoli paesi rimangano attivi e vissuti, facilitando la creazione di un tessuto locale di relazioni che a loro volta potrebbero rappresentare un ulteriore volano per lo sviluppo locale.
Non รจ facile e non sarร  veloce, inoltre non viene meno la necessitร  di infrastrutture efficienti, come le reti informatiche e quelle per i trasporti, la scuola e la sanitร . Ci vuole grande attenzione alle cose da fare, capacitร  di coinvolgere e disponibilitร  al coinvolgimento da parte di tutti, occorre sviluppare un ruolo nuovo per le istituzioni intermedie, tuttavia รจ possibile riuscire a ridefinire un’Italia di “piccoli centri attivi”.
phยฉelisabetta baracchi
Nel contesto attuale questi processi sarebbero un obiettivo ed un effetto positivo delle cosiddette transizioni gemelle, quella digitale e quella ecologica, tanto piรน se vogliamo favorire uno sviluppo sostenibile, sganciandolo dal mero consumismo, dall’utilizzo dei beni usa e getta dei prodotti e rimettendo al centro le persone, il lavoro e la comunitร .
Per favorire questi processi virtuosi ci vuole una regia che riconosca il ruolo vitale delle piccole comunitร  e nello stesso tempo favorisca una intensa coesione sociale.ย Dove cominciare?ย Amatrice e l’area circostante, come indicato dal Vescovo, รจ il luogo, che vista la disgrazia subita, purtroppo si presta immediatamente alla promozione di un’iniziativa come quella indicata, maย si potrebbe pensare anche alle aree coinvolte negli incendi di questi ultimi mesi, dove va ricostruito anche il patrimonio boschivo e colturale e perchรฉ no quelle zone d’Italia che possono essere attrattive per un turismo naturalistico, sull’esempio dello sviluppo rurale come dovrebbe essere il Parco del Ticino.
Lo sviluppo locale รจ fatto di tante piccole e diverse cose che vanno realizzate ed organizzate in maniera armoniosa, non solo sinergica, mettendo al centro la valorizzazione delle persone, del lavoro, della comunitร , delle organizzazioni intermedie, sociali ed istituzionali, al fine di promuovere un sistema relazionale che diviene a sua volta generativo di opportunitร  e di ricchezza sociale ed economica, favorendo la permanenza delle persone a cominciare dai giovani.
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Anche il nostro territorio รจ composto da piccoli e medi centri attivi che hanno bisogno solo di maggiore sviluppo e di una maggioreย idea di futuro che utilizzi al meglio le opportunitร  che la realtร  ci propone di volta in volta. Perรฒ le opportunitร  occorre saperle costruire insieme alla comunitร  di appartenenza.
Angelo Colombini- Segretario Confederale CISL

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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