ABBIATEGRASSO – MILANO Il Fattore Umano sarà il tema della prossima edizione, la 14esima, di Identità Golose Milano, dal 3 al 5 marzo 2018 al centro congressi di via Gattamelata (zona fiera).
Come abbiamo scritto a gennaio, sul palco del più importante congresso italiano di cucina saliranno il maestro pasticcere Andrea Besuschio assieme a suo figlio Giacomo.
La loro lezione (‘P Assaggi’) è prevista per domani, sabato 3, alle ore 15.45.
Di seguito la loro presentazione, scritta da Giorgia Cannarella.
173 anni. Cinque generazioni. Quasi due secoli. Una storia di numeri, quella della Pasticceria Besuschio, ma anche una storia di nomi: Ambrogio, Guido, Giulio, Attilio, e ora Andrea. La storia di come una piccola pasticceria nella piazza di Abbiategrasso, sobria cittadina nell’uggioso hinterland milanese, sia diventata un luogo di culto nella geografia della dolcezza lombarda.
Sono passati ormai 36 anni da quando, appena ventenne, Andrea è entrato nel laboratorio di famiglia tenendo ben stretta l’eredità trasmessa dal padre – umiltà, impegno, rispetto della materia prima – ma anche la consapevolezza di volere qualcosa di diverso. Meno empirismo, più codificazione. Meno improvvisazione, più ricerca.
La curiosità «di scoprire cosa c’è all’interno di un cioccolatino» lo ha portato a volare all’estero e a iniziare un percorso di collaborazione con l’azienda francese Valrhona. Ora si definisce pasticcere e cioccolatiere allo stesso tempo e l’attività di famiglia si è trasformata in un tempio dedito alle declinazioni sul tema della pasta lievitata – panettone sì, ma anche i destagionalizzati Krakelè e Fior di Gianduia – così come sul cacao.
In laboratorio è entrato anche il figlio Giacomo, 24 anni e una laurea in Scienze dell’Alimentazione con tesi sulle nuove coperture di cioccolato. Ultimo indispensabile tassello della famiglia Roberta, moglie di Andrea e mamma di Giacomo, che si occupa di realizzare i packaging contenendo, seguendo e a volte modellando la creatività degli altri due. È lei ad aver ridisegnato il logo Besuschio, che ormai da anni convive con quello storico. Nel medesimo modo convivono le due identità di questa pasticceria che riesce a tenere i piedi ugualmente saldi nel passato e nel futuro.