Un altro successo per l’artista di Arluno e dell’Est Ticino Andrea Spinelli, di cui vi abbiamo già parlato sulle colonne di Ticino Notizie. Un’iniziativa unica nel suo genere, ‘ a sua firma’, si è infatti svolta dal 12 al 23 maggio presso l’atrio dell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano: si tratta della mostra “Il Testimone. Ritratti dal vivo dalle aule di Giustizia”, personale dell’artista, realizzata con il patrocinio del Tribunale di Milano e dell’Ordine degli Avvocati. Un evento che ha suscitato grande interesse non solo nel mondo dell’arte, ma anche in quello giuridico, culturale e giornalistico, segnando una tappa significativa nel dialogo tra giustizia e rappresentazione artistica.
Spinelli, classe 1990, originario di Arluno, è ad oggi il primo e unico illustratore giudiziario italiano. Il suo lavoro si inserisce in una tradizione consolidata in Paesi come gli Stati Uniti, la Francia, la Germania e il Regno Unito, dove la presenza dell’illustratore giudiziario è una prassi riconosciuta e apprezzata, soprattutto in quei contesti in cui non è consentita la presenza delle telecamere.
La mostra ha raccolto 16 opere selezionate tra oltre 200 realizzate dal vivo in aula dall’artista, nell’arco di quasi tre anni, durante 23 processi penali, alcuni dei quali hanno catalizzato l’attenzione nazionale: tra questi, i procedimenti a carico di Alessia Pifferi e di Alessandro Impagnatiello. In ogni disegno, Spinelli fissa in acquerello attimi significativi delle udienze: sguardi, tensioni, silenzi, gesti. Tutto viene filtrato attraverso la sensibilità dell’artista, che osserva con rispetto e restituisce con grande empatia l’umanità che si cela dietro ogni ruolo processuale.
Il titolo della mostra, Il Testimone, racchiude un doppio significato: da un lato evoca la figura processuale, colui che ha visto e racconta; dall’altro rimanda all’artista stesso, che con discrezione assiste, registra e racconta, diventando a sua volta “testimone” del reale attraverso l’arte.
L’inaugurazione, svoltasi il 12 maggio, ha visto gli interventi del Presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia e del Presidente dell’Ordine degli Avvocati Antonino La Lumia, che hanno sottolineato il valore culturale, simbolico e civile di questo progetto. Spinelli ha voluto ringraziare apertamente le istituzioni giudiziarie milanesi per il sostegno dimostrato fin dai primi passi del suo percorso, iniziato nel settembre 2022 durante un processo per omicidio presso la Corte d’Assise.
Allora, per Spinelli, era tutto nuovo: l’ambiente, le dinamiche, il linguaggio. Ma come racconta lui stesso, bastò sedersi e cominciare a disegnare. È quello che faceva già da anni nei concerti, ma in tribunale ha dovuto adattare il proprio stile, rendendolo più essenziale, rigoroso, adatto a trattare temi spesso drammatici. Nel tempo ha costruito una propria “grammatica visiva” del processo, arricchita da una precisa conoscenza del linguaggio giuridico, che gli consente di accompagnare i disegni con didascalie efficaci, comprensibili ma rigorose.
“Chi guarda un mio disegno deve poter capire cosa sta accadendo in aula,” spiega Spinelli. “Non basta l’immagine: il racconto è fondamentale, deve accompagnare e completare l’illustrazione. Voglio che chi osserva si senta come se fosse lì, testimone silenzioso insieme a me.”
Durante tutta la durata della mostra, Spinelli è stato presente ogni mattina, dalle 9 alle 14, per incontrare il pubblico, raccontare le storie dietro i suoi disegni e riflettere sul ruolo che l’arte può avere nel racconto della giustizia. Le sue opere, spesso realizzate in punta di pennello con la tecnica dell’acquerello, catturano attimi irripetibili: la tensione di un’imputata, lo sguardo di un giudice, la commozione di un familiare, il rigore di un pubblico ministero.
Al di là del valore artistico, il progetto si configura anche come un esperimento culturale e civile. In un’epoca di immagini velocissime e superficiali, Il Testimone invita a rallentare, osservare, comprendere. E lo fa in un luogo simbolico per eccellenza: il Palazzo di Giustizia, dove ogni giorno si affrontano storie complesse, intrise di dolore, speranza, conflitto e dignità.
Non è un caso che il progetto stia già suscitando interesse anche in altri contesti: Spinelli ha ricevuto contatti da varie città italiane e l’idea, in prospettiva, è quella di costituire una rete di illustratori giudiziari che possano portare avanti questo lavoro in altri tribunali, contribuendo alla costruzione di una nuova forma di narrazione sociale.
La mostra si è conclusa il 23 maggio, ma ha lasciato un segno profondo. Un segno tracciato con l’inchiostro e l’acqua, ma soprattutto con l’ascolto, la presenza, l’umanità. L’umanità di chi sa che il disegno, come la giustizia, ha bisogno di tempo, di attenzione e di rispetto.
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Complimenti, Andrea!