mercoledì 27 Settembre 2023

Al nucleo protetto della Rsa Don Cozzi di Corbetta le demenze si combattono con le terapie non farmacologiche

E’ un nucleo protetto dove si prediligono le attività capaci di stimolare i ricordi quello che abbiamo conosciuto alla Rsa don Felice Cozzi di Corbetta.

CORBETTA – Un reparto che conta 20 posti letto e un ampio giardino. Entrare in un nucleo protetto vuol dire entrare a contatto con persone che hanno una demenza, la più comune delle quali è l’Alzheimer. Ne abbiamo parlato con Francesca Reverdito, la responsabile operativa. “La sala da pranzo è stata dipinta dai ragazzi delle scuole superiori – spiega – e poi c’è il giardino accessibile anche per gli altri ospiti. Con un pollaio e le galline che spesso circolano per i viali esterni della struttura in piena libertà. C’è anche un porto seminato di recente”. L’ambiente è familiare.

La cuoca Anna accoglie gli ospiti nella sala mensa con grande amicizia. Un’amicizia ricambiata, tiene a sottolineare. La parte esterna è fondamentale. “La utilizziamo per le stimolazioni motorie – continua – è il luogo dove gli ospiti trascorrono la maggior parte del tempo con le loro famiglie. Spesso, nel vedere l’orto, gli ospiti si ricordano di averlo coltivato nella loro gioventù e questo può rappresentare un forte stimolo per ricominciare a coltivarlo”. Naturalmente i minuti di assistenza sono maggiori in un nucleo protetto, rispetto agli altri reparti. Una particolarità importante è che si da molto peso alle attività e alle cosiddette terapie non farmacologiche. Sono la base del nucleo protetto alla Rsa Don Felice Cozzi di Corbetta.

“Abbiamo notato i benefici che portano le attività non farmacologiche dalla nostra esperienza diretta”, continua. Oggi l’accesso dei parenti è consentito, sempre nel rispetto dei tempi degli anziani.

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