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Al ‘Corso’ di Abbiategrasso, domani sera, la Compagnia dell’Astuccio ne ‘I Fisici’

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ABBIATEGRASSO – Martedì 12 giugno, alle 21, al cinema teatro al Corso, la Compagnia dell’Astuccio porta in scena ‘I Fisici’ del drammaturgo svizzero Friedrich Durrenmatt. Una ‘commedia nera’- a tema il rapporto fra scienza e potere –  ricca di colpi di scena, con finale a sorpresa. A calcare le assi del palcoscenico, diretti da Alessia Pellegrino, gli allievi del corso di recitazione per adulti avanzato plus.

Teatro della vicenda è il salotto del sanatorio privato Les Cerisiers , ed è proprio da questo spazio della villa che non ci allontaneremo mai nella “messa in scena” di questa commedia in due atti.
I fatti: un certo Möbius, fisico nucleare, è in possesso della “formula universale di tutte le invenzioni possibili” e per scongiurare il pericolo che le sue ricerche finiscano nelle mani sbagliate si fa internare fingendosi pazzo, l’unico modo secondo Möbius per salvaguardare l’umanità intera dalla distruzione: ”Ci sono dei rischi che non bisogna correre, mai. E uno di questi è la distruzione dell’umanità. 
La commedia inizia con l’omicidio di un’infermiera nel salotto della casa di cura gestita dalla dottoressa Mathilde von Zahnd con tanto di commissario di polizia, agenti ecc.ecc.
Si conosce già da subito il responsabile di questo delitto: è Einstein, che suona indisturbato il violino nella sua stanza mentre commissario e agenti sono in salotto per i rilevamenti del caso.
Ma qual è il movente?
Il tema centrale affrontato da Dürrenmatt è il ruolo e la responsabilità dello scienziato nella società moderna “Il contenuto della fisica riguarda i fisici, ma i suoi effetti riguardano tutti”. Da che parte devono schierarsi gli scienziati? 

Alessia Pellegrino, attrice e regista dello spettacolo di domani, vanta un’esperienza artistica e teatrale particolarmente intensa. La vedemmo evoluire lo scorso anno ad Abbiategrasso in Passio, lo spettacolo che la vede come unica attrice per la regia di Paolo Antonio Simioni;  uno spettacolo nel quale recita nel ruolo di Maria, che si vede  rievocare e rivivere a posteriori attraverso azioni , gesti e movimenti sottolineati dalla musica e rari versi in latino, la sofferenza di Cristo. Attraverso la Pellegrino il corpo della Madonna è diventato quello di Gesù che trascina la croce, cade, prega, soffre, in un crescendo in cui appaiono anche la Veronica e le altre Marie che cantano in maniera corale, pur senza suoni né parole, la colpa dei carnefici e la purezza del dolore.

 

 

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