Aggressione alla piattaforma ecologica di Canegrate: arrivano i Carabinieri

Un operatore è finito all'Ospedale

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Torna, purtroppo, di attualità il tema delle intrusioni e dei comportamenti scorretti all’interno delle piattaforme ecologiche dei vari Comuni. L’ultimo episodio si è verificato sabato scorso all’impianto di Canegrate e ha coinvolto un nostro operatore.

Erano circa le 13 e l’impianto di via Cavalese a quell’ora era chiuso (i conferimenti cessano, infatti, alle 12 per riprendere alle 14). Il dipendente, che stava entrando con il mezzo di servizio esclusivamente per provvedere, come da programma, allo svuotamento dei cassoni, ha notato, vicino ad uno degli stessi, la presenza di un soggetto impegnato a rovistare tra i rifiuti. Gli si è avvicinato e gli ha intimato d’interrompere immediatamente quanto stava facendo, perché impossessarsi dei rifiuti depositati in piattaforma è un’azione illecita, esattamente come l’intrusione all’interno dell’impianto, in quel momento chiuso al pubblico.

La reazione non è stata, purtroppo, delle più pacifiche: l’operatore ha, infatti, rimediato uno sputo in pieno volto, seguito da un’aggressione fisica. Pur in preda all’agitazione, è riuscito a contattare l’azienda che, a propria volta, ha allertato i soccorsi. Sul posto sono giunti i responsabili, che lo hanno prontamente supportato e soccorso, allertando anche i Carabinieri. Comprensibilmente scosso, ha ricevuto in loco le prime cure ed è stato poi trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Legnano, da cui è stato dimesso qualche ora più tardi con una prognosi di vari giorni. Avvalendosi delle registrazioni effettuate dal sistema di videosorveglianza presente in loco, anche l’azienda ha sporto denuncia.

Questo accaduto a Canegrate non è, purtroppo, un episodio isolato: anche la piattaforma di Parabiago è ultimamente presa di mira da persone (straniere e italiane), che entrano abusivamente nell’impianto in cerca di materiali con un potenziale valore economico, come elettrodomestici e oggetti in rame e in ferro. Lo scopo è, appunto, quello di rivenderli.

Ricordiamo che, anche se dismessi, gli oggetti conservano comunque un valore economico e rubarli all’interno di una piattaforma, può anche configurarsi come furto aggravato, in quanto il luogo adibito alla raccolta e allo stoccaggio dei rifiuti è pubblico.

Per tentare di dissuadere o, comunque sia, di contenere questi episodi (purtroppo sempre più diffusi e non solo sul nostro territorio), AEMME Linea Ambiente ha potenziato i propri sistemi di videosorveglianza, avviando anche collaborazioni con la polizia locali e le forze dell’ordine dei 19 Comuni in cui opera.

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