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Dall'archivio:

Addio a Claudio Magistroni: collega giornalista e pendolare (come noi) al Pirellone

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

ARLUNO/MILANO – Abbiamo appreso solo in queste ore della scomparsa di Claudio Magistroni, collega giornalista 65 enne (da poco andato in pensione) con una vita professionale dedicata ai Palazzi della Regione. Domani mattina nella sua Arluno ci sarà l’ultimo saluto. 

Noi il ‘Magister’ lo incrociavamo spesso in treno. Inutile dire che la notizia ci ha rattristato anche se è da un po’ che non bazzichiamo più il Pirellone.

Capitava che il treno il ‘Magister’ (più di rado) lo prendesse a Magenta ma più generalmente saliva a Corbetta o Vittuone, ovvero, le stazioni più vicine alla sua Arluno.

Magistroni aveva fatto tutta la gavetta partendo dai giornali locali – Settegiorni che lo ricorda con tutti gli onori che gli si devono –  per poi orientarsi (come molti colleghi) verso la comunicazione pubblica e istituzionale. In Consiglio regionale era una presenza fissa. Lui che è stato una colonna storica dell’ufficio stampa del Consiglio regionale. Arrivava con la sua agenda, se doveva raccogliere due battute al volo e battere l’agenzia del Consiglio sul tal provvedimento all’ordine del giorno, oppure, quando era lì fisso di guardia (di giornata…) si sedeva come noi con il suo PC nell’area stampa,  per seguire in diretta tutte le vicende della massima assemblea regionale.


Era una persona gioviale, alla mano con tutti. Sia con i colleghi di primo pelo che con quelli più stagionati. Il suo sorriso era contagioso. Sia durante le lunghe sedute di Consiglio, sia quando (appunto) lo si incontrava nella comune (anche lì) vita da pendolare.

Un ricordo commosso dalle colonne di Settegiorni è arrivato sia da Aurelio Biassoni (per tutti il Biass) altra colonna e oggi guida dell’ufficio stampa di Palazzo Pirelli, sia dal rhodense Fabrizio Cecchetti, un politico appassionato e attaccato al suo territorio.

Il ‘Magister’ purtroppo è stato portato via da un brutto male. A  noi rimane ben impresso il ricordo di chi ce l’ha fatta. Di chi in una professione tanto precaria e cangiante qual è quella del giornalista è  riuscito ad affermarsi stabilmente dentro ad una delle più importanti istituzioni del nostro Paese.  Chapeau, bravo Magister.  

 

 

F.V.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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