Ad Assago incontro sul bullismo, Biagio Maimone: “Il bullismo ricorda la mafia, le cui vittime hanno paura di denunciare”

Ad Assago si è tenuto l'incontro dal titolo "Bullismo. Quando cadono le maschere al di là del muro del silenzio"

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Ad Assago, giovedì sera, nella Sala Castello del Centro Civico, si è tenuto l’incontro dal titolo “Bullismo. Quando cadono le maschere al di là del muro del silenzio”.

E’ stato il primo incontro organizzato dall’Associazione culturale “Idee in Movimento” e dal gruppo “Assago nel Cuore”, a cui seguiranno ulteriori incontri finalizzati a sensibilizzare la cittadinanza su varie tematiche di interesse collettivo, di carattere sociale e non soltanto.

Hanno preso parte all’iniziativa contro il bullismo e il cyberbullismo, Viviana Tramontana, formatrice e psicologa, Matteo Ferranti, laureato in Scienze giuridiche e Simona Catania, Avvocato.
Ha moderato la consigliera comunale Roberta Vieri.

Ha preso parte all’iniziativa anche lo scrittore e giornalista Biagio Maimone, autore del saggio “La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario”, il quale ha rilasciato un’ intervista radiofonica, nel corso della quale ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Il fenomeno del bullismo esige di essere analizzato sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista sociologico.
Difatti esso è un fenomeno che si esprime nella nostra società e ne rispecchia i suoi disvalori.
Possiamo constatare come il bullismo sia in crescita anche e soprattutto in quegli ambiti in cui il tenore di vita è più elevato, non solo nei ghetti in cui vive la povertà.

Nella società odierna è ben evidente che imperversi il materialismo più ostinato secondo cui apparire, sembrare, ostentare è il valore primario. Alla luce di tale presupposto coltivare il mondo interiore dei propri figli è ritenuta cosa inutile. L’avere ha il sopravvento sull’essere.
Possedere macchine lussuose, vivere in case che costano un milione di euro, avere tanti beni materiali è la finalità da realizzare.

L’essere umano sta diventando “un contenitore vuoto”, ossia un contenitore di cose, nel cui mondo interiore si sta creando un vuoto che lo rende aggressivo e violento in quanto frustrato dalla sua paura di smarrirsi in esso.

La forma ha il sopravvento sulla sostanza. Non può vivere felice chi nel suo mondo interiore non ha fatto germogliare la ricchezza che conta veramente, che è il caldo abbraccio dei valori morali e la forza che da essi scaturisce.

Nelle piccole dimensioni e nelle grandi dimensioni, ossia nei piccoli centri e nelle grandi città si ostenta la ricchezza esteriore e tale fenomeno determina spaccature sociali e scontentezza sociale che si addiziona al senso di desolazione interiore, generata dall’assenza dei valori morali e spirituali.
Si genera l’esclusione e nasce il branco.

Il branco nasce come forma di difesa sociale da parte di coloro che si sentono inferiori ed esclusi da un contesto diventato ostile.

Nasce il bullismo che crea vittime innocenti ed agisce utilizzando le dinamiche proprie della mafia, in quanto pone in essere la violenza nei confronti di chi ha preso di mira, che, per paura, non denuncia.
Il bullo crea terrore nell’animo delle sue vittime, che diventano inermi ed incapaci di reazione per paura di subire ulteriori violenze.

Il bullismo, per tale motivo, deve essere considerato alla stregua della criminalità più efferata che si prefigge di dominare utilizzando la strategia del terrore. E’ una nuova forma di dominio sui singoli e sulla società nel suo complesso.

Occorre anche tenere in considerazione, per effettuare un’analisi di natura psicologica, necessaria e imprescindibile, che il bullo è colui che ha già bullizzato e deriso la propria coscienza e proietta sugli altri il proprio incontenibile dolore perché anch’essi sentano la sua stessa sofferenza diventata insostenibile.

La sua infelicità il bullo la riversa su chi bullizza. Il bullismo nasce nel contesto sociale in cui vive l’infelicità.

Come arginare il bullismo? Non vi è dubbio che occorra una nuova pedagogia della vita che riscatti i valori che irrobustiscono realmente la coscienza umana.

Nuovi educatori sono necessari per sanare la piaga del bullismo.
Nuove scuole e nuove istituzioni che abbiano a cuore il riscatto dei valori morali e sociali dei cittadini. Nel mio libro ho posto in luce la necessità di tracciare un percorso nuovo per la comunicazione, che si fondi sull’utilizzo di un lessico nuovo, finalizzato alla creazione di una concezione umana della vita in termini solidali, fraterni e orientata allo sviluppo socio-umanitario, di cui, da sempre, ha bisogno l’essere umano per progredire. Migliorare l’esistenza, condurla a tappe sempre più evolute di emancipazione sociale e morale è senza dubbio il fine a cui deve tendere la società, pena la sua decadenza.

Chi gestisce i social ha un’enorme responsabilità sociale in quanto influisce sulla mentalità dei giovani e dei meno giovani. Può comunicare anche il bullismo, che è discriminazione, morte sociale di chi viene escluso, è influenza negativa perchè viva l’istinto di morte e non l’istinto di vita.

Il mio consiglio è di impegnarci, fin d’ora, per arginare tale forma di violenza o meglio di bullismo indiretto e generalizzato, che, come un fiume in piena, irrompe nelle trame della vita umana per destabilizzarla e renderla caotica, senza regole morali e sociali, che sono alla base della sana politica, ossia quella politica che si prende cura della vita dei cittadini per renderli emancipati socialmente e moralmente, amanti della bellezza morale e spirituale, che tutti rende uguali per dignità umana, che vuole vedere nel cuore umano “scolpita” la ‘legge morale’.

Ad Assago, e non solo, la politica dovrebbe intervenire e sensibilizzare la cittadinanza affinché costruisca una città che si distingue non solo per la virtuosità economica, ma anche per la virtuosità sociale”.

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