“Ti sei mai chiesto da cosa derivi la tradizione del Faló di Sant’Antonio?
Ebbene Sant’ Antonio Abate è da sempre il protettore del fuoco, del bestiame e dei campi. Nato nell’ antico Egitto e morto nel deserto della Tebaide il 17 gennaio del 357 è da sempre raffigurato con un bastone, il fuoco ai suoi piedi, un Tau e un maiale accanto a lui.
E’ proprio il fuoco l’elemento che più di tutti, oggi, viene utilizzato per ricordare Sant’Antonio. In molte zone d’Italia si accendono falò che simboleggiano la volontà di abbandonare tutto ciò che appartiene ai mesi passati e di rinnovarsi a partire dal primo mese del nuovo anno. Simbolicamente il falò ha lo scopo magico di riscaldare la terra e invogliare il ritorno della primavera, una visione chiaramente leggendaria che viene tramandata in molte città dove proprio il 17 gennaio si benedicono gli animali e si preparano cataste di legna che si accendono poi al tramonto” (tratto dalla pagina Facebook del Comune di Ozzero.
Per questo, e per millanta altre ragioni che tutta notte canta, non spegnerete i nostri falò e la nostra deferente devozione per la Tradizione.
Il fuoco dei falò che rischiarano il buio e l’eclissi della Tradizione è fiamma che arde ed ardera’ sempre . Sant’Antonio Abate, aiutaci a mantenere viva e desta la nostra Identità .
San Michele Arcangelo, Principe delle milizie celesti , ricaccia negli inferi l’anticristo che oggi veste i panni del veganesimo, dell’ambientalismo radicale e dell’anticultura che vorrebbe sradicare la Civiltà millenaria di cui siamo gli umili corifei. Salame e vino rosso per tutti, venerdì sera.
San Michele Arcangelo, defende nos in proelio, soprattutto oggi in ispecial modo mentre si festeggia Sant’Antonio e nei nostri paesi si mettono sempre più bastoni tra le ruote a chi desidera rinverdire tradizioni secolari (anzi, millenarie) come quella del falò.
Un elogio sincero a chi stasera sfiderà l’eco terrore ambientalista con tinte vegane, ispirato da Satana, e accenderà i fuochi. Dove noi ci saremo.
Non vi piace la Tradizione,disprezzate le origini,schifate il salame e la cultura (millennaria) del maiale, ignorate I Santi, esaltate i diritti e snobbate i doveri, ci ammorbate col tofu, servite il vino nei bicchieri di carta perche’ il vetro inquina. A questa cupio dissolvi noi opponiamo il muro del Sacro dell’Eterno. Le fiamme del fuoco che s’alzano al cielo, l’omaggio della cultura contadina al Santo che li protegge nell’atto di coltivare la terra, gesto umano venato di sacralità.
E quando sarà mezzanotte passata, e nella vallata del Ticino-plasmata dal monachesimo millenario, dagli uomini che pregavano e lavoraravano al fine di ‘quaerere Deum, ossia cercare Dio'(Benedetto XVI) arderà il fuoco di un falo’, nel terreno che da secoli coltiva la stessa famiglia, contadina per generazioni, rinnoveremo quel patto che ci lega. Perché la Tradizione (traditio, tradere, passare) è nulla più che un’innovazione riuscita.
Difendiamo i falò e la caccia, che come saggiamente predicato da Camillo Langone si basa “su di una considerazione filosofica: senza la caccia, che è una plateale dimostrazione della superiorità dell’uomo sull’animale, si precipita nell’abisso dell’indistinzione. La caccia sostiene lo statuto dell’uomo, afferma la sua peculiarità: è dunque indispensabile alla dignità dell’uomo oggi sotto attacco. Io non credo che gli ambientalisti strumentalizzino problemi reali, io credo che strumentalizzino problemi inventati. Inventati appunto per essere scagliati contro l’uomo. Perché homo homini lupus e nel momento in cui il cristianesimo perde influenza ecco che torna un paganesimo ferino in cui l’animale viene divinizzato e l’uomo abbassato, imbestiato”.
Né una parola di più, né una di meno. Viva i Falò, viva la Tradizione. Nunc, et semper.
Perché i falò sono la nostra Heimat: “Heimat è una parola tedesca di difficile traduzione.Diversamente dal semplice significato di casa o patria, essa descrive la particolare sensazione di felicità che si prova nel far parte di una comunità. Heimat è il luogo degli affetti, dell’appartenenza sociale e culturale. Come la nostra città, è la ”casa” che ci accoglie. Qui si svolge la nostra vita. Qui qualcuno arriva,magari da lontano, alla ricerca di un futuro migliore.
Ora che tutto è cambiato è necessario non dimenticare quanto il nostro ambiente – fisico e mentale – sia fragile e quanto sia nostra responsabilità preservarlo”.
F.P.
ps per chi dovesse blaterare di qualità dell’aria e minaccia derivante dal fumo dei fuochi dei falò, eccovi i dati diffusi da Arpa Lombardia il 10 gennaio: la qualità dell’aria in Lombardia è stata, nel 2024, la migliore da 20 anni a questa parte. Capre.
Alla conclusione della prima fase di validazione, sono ora disponibili le valutazioni sull’andamento della qualità dell’aria dell’anno 2024 fotografato dagli strumenti certificati della rete di rilevamento di Arpa Lombardia. Tutti i dati utilizzati per questo bilancio sono pubblici, reperibili sul sito e dall’inconfutabile valore scientifico. Provengono infatti da strumenti conformi alle norme, di cui è garantita, tramite apposite procedure di controllo e assicurazione di qualità, l’affidabilità e la comparabilità.
“I numeri – ha dichiarato Giorgio Maione, assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia – confermano il miglioramento del trend su base pluriennale. Nel periodo invernale ci sono frequenti situazioni di inversione termica che trasformano tutta la Pianura Padana in una sorta di recipiente chiuso, ma i dati scientifici di Arpa, unico ente titolato a certificarli, ci dicono che la direzione è giusta”.
Gli investimenti previsti nel 2025
“Nel 2025 – ha aggiunto l’assessore – investiremo ancora sull’abbattimento delle emissioni degli edifici pubblici e dei servizi abitativi con un bando da 34 milioni di euro; sull’abbattimento delle emissioni derivanti dal traffico veicolare con un bando da 10 milioni di euro dedicato a strade verdi e smart; sulla sostituzione di autovetture inquinanti peri cittadini con 23 milioni di euro e sull’innovazione in agricoltura con 15 milioni di euro. È inoltre ancora aperto inoltre il bando da 23 milioni di euro dedicato alla sostituzione degli impianti di riscaldamento a biomassa. Investimenti che si aggiungono a quelli fatti negli ultimi anni per la sostituzione dei veicoli inquinanti di aziende e privati. La collaborazione con gli altri territori del bacino padano è costante per una azione omogenea”.
La situazione sulle emissioni di PM10
Come ormai da qualche anno, anche nel 2024 è stato rispettato ovunque il limite annuale per il PM10 (media di 40 microgrammi per metrocubo). Inoltre, per il secondo anno dopo il 2023, anche la media annua del PM2.5 ha rispettato in tutte le stazioni lombarde il limite normativo di 25 microgrammi per metrocubo. Permangono invece in alcune zone del territorio lombardo superamenti del limite giornaliero fissato per il PM10 (rispetto ai 35 giorni consentiti), pur all’interno di un trend pluriennale in progressiva e continua riduzione.
I trend relativi alle emissioni di NO2
Buone notizie anche per il biossido di azoto (NO2), che non ha superato la media annuale di 40 microgrammi per metro cubo (limite di legge) nella quasi totalità delle stazioni di monitoraggio. Si segnala in particolare che sono scese al di sotto del limite anche le stazioni ad alta densità di traffico, Milano in viale Marche e Brescia in via Turati, che nel 2023 avevano superato i limiti. Il trend positivo dovrà continuare nel tempo, anche alla luce della direttiva europea 2024/2881, che fissa obiettivi ancora più ambiziosi rispetto a quelli attualmente in vigore, per avvicinarsi sempre più alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I dati sui diversi parametri
La situazione in dettaglio per i diversi parametri è la seguente:
Giorni di superamento del PM10
Numero di giorni di superamento dei 50 microgrammi al metrocubo di PM10 nella stazione peggiore di ciascun capoluogo: 68 giorni a Milano, 57 a Cremona, 56 a Brescia, 54 a Monza, 50 a Mantova, 49 a Lodi, 47 a Pavia, 40 a Bergamo, 21 a Como, 9 a Lecco, 8 a Sondrio e 5 a Varese. Considerando l’intera Regione, il numero di giorni di superamento più elevato nel 2024 è stato registrato nella stazione di Soresina (CR), con 75 giorni oltre il limite e nella stazione di Rezzato (BS), con 70 giorni sopra il limite.
Media annua PM2.5
Nella stazione peggiore di ciascun capoluogo, le medie per il PM2.5 sono le seguenti: Monza 24 µg/m³, Cremona 23 µg/m³, Brescia 22 µg/m³, Lodi e Milano 21 µg/m³, Pavia 19 µg/m³, Bergamo 18 µg/m³, Mantova e Sondrio 16 µg/m³, Como 15 µg/m³, Varese 13 µg/m³ e Lecco 11 µg/m³. Considerando l’intera Regione, nel 2024 le concentrazioni medie annue più elevate si sono registrate nella stazione di Soresina in provincia di Cremona, con 25 µg/m³, comunque sotto al limite.
Media annua NO2
La media nella stazione peggiore di ciascun capoluogo per il NO2 è la seguente: Milano 39 µg/m³, Brescia 38 µg/m³, Varese 35 µg/m³, Bergamo e Como 33 µg/m³, Lecco e Monza 28 µg/m³, Pavia 26 µg/m³, Cremona e Mantova 24 µg/m³, Lodi 22 µg/m³ e Sondrio 21 µg/m³. L’unica stazione attualmente sopra al limite in Lombardia è quella di Cinisello Balsamo, con 42 µg/m³, stabile rispetto al 2023.