Due giornata di avvicinamento alle persone nell’ex convento dell’Annunciata di Abbiategrasso. Due giornate con il progetto 300+1 di contrasto alle povertà. “I numeri sono impressionanti – ha esordito Flavio Crivellin, Sindaco di Albairate e presidente dell’assemblea dei sindaci dell’ambito dell’abbiatense – in termini di necessità spalmata su tutte le fasce di età. Non pensiamo alla povertà come eravamo abituati a vederla. Sono cambiate le famiglie, le dinamiche sociali e allora è necessario intervenire su tutti i livelli, cominciando dai bambini e dagli adolescenti per arrivare alla situazione del lavoro”. La Fondazione Cariplo era presente con la dottoressa Bruna Bellini. E’ da lì che è partita l’idea di accompagnare i territori a creare interventi di sistema per contrastare la povertà. Considerata la situazione della pandemia che ha inevitabilmente aggravato la situazione.
Il dottor Salvatore Forte è il presidente della Fondazione Ticino Olona e ha indicato gli attori in campo come costruttori di speranza. “E’ la cosa che ci unisce – ha detto – L’intero mondo è in cambiamento. Un periodo in cui le certezze che si erano costruite dopo l’ultima guerra hanno subito cambiamenti. Avere persone che restano costruttori di speranza è importante ed è per questo che vi ringrazio e ringrazio tutti i partner di 300+1. Finché ci sarà una sola persona ad occuparsi degli altri vuol dire che c’è speranza”. Il progetto recita: rete per contrastare la povertà e generare legami di cura nel territorio. Una definizione che, secondo Forte, non spreca una parola. “La rete è il nostro orgoglio – aggiunge – tutto è cambiato con la pandemia. Abbiamo sentito l’esigenza, come disse don Milani, di sporcarci le mani. La povertà è aumentata, ma la cosa che più colpisce è che la nuova povertà ha colpito altre persone. Mentre il povero cronico sa come gestirsi, per chi si è trovato all’improvviso senza soldi è diverso. C’è chi ha un lavoro, ma fatica comunque ad arrivare alla fine del mese”.
E così sono nati i primi progetti in particolare per i tre ambiti territoriali finanziati dal fondo povertà. La loro importanza stava nel fatto che in ognuno c’erano i piani di zona. Da questi tre progetti si è arrivato poi al 300+1 capendo che era fondamentale lavorare insieme. Daniele Casini è il coordinatore del progetto e vice presidente di Albatros. “Il progetto è organizzato su tre reti territoriali – spiega – e da qua si è lavorato per attivare i punti di prossimità finalizzati ad intercettare le situazioni di fragilità. Ne sono stati attivati 5: il territorio Abbiatense con le Acli, uno nel territorio dell’Altomilanese gestito dall’associazione Sodales e tre nel magentino /due a Magenta e una a Sedriano) con Non di solo pane e con la San Vincenzo”. Le azioni attivate sono quelle di accompagnamento al lavoro, il contrasto alle difficoltà economiche, il sostegno psicologico e la valorizzazione delle risorse umane.
Gabriella Cellamare è una volontaria della San Vincenzo che ha portato la sua esperienza. Racconta di un caso. Una persona per la quale, alla fine di un percorso psicologico con 300+1, è stata attivata, su proposta dei volontari, una borsa lavoro. E questa persona oggi sta lavorando. L’altra esperienza è quella di un ragazzo che necessitava di lavoro come badante, tipologia che però non rientrava nel progetto. “Ma abbiamo attivato altre strade – aggiunge – tanto che si è avviato un percorso positivo che potrebbe portare al ricongiungimento della famiglia. Tutto quello che facciamo è però possibile solo grazie al 300+1”. Preziose testimonianze sono arrivate da Danilo Malaguti e Riccardo Villa delle Acli di Abbiategrasso. La storia di Halima, nome di fantasia. E poi c’è stata la testimonianza di Stefania, 58 anni. Ha parlato della sua esperienza che possiamo ascoltare a video.
Nell’ambito dell’evento è stata inaugurata anche la mostra “L’abbraccio” dell’artista
Elimaide Anshan, frutto dell’incontro tra la sensibilità creativa dell’autrice e le storie emerse
all’interno del progetto. L’opera espositiva valorizza la solidarietà come principio fondante
della vita comunitaria, attraverso immagini e narrazioni che parlano di vicinanza,
accoglienza e connessione tra le persone.
Dal mese di ottobre 2023, il progetto ha intercettato oltre 500 persone in situazione di fragilità economica, offrendo supporto diretto a più di 150 di loro. Un impegno capillare e concreto, declinato attraverso una serie di azioni coordinate e mirate, pensate per rispondere in modo integrato ai bisogni emergenti sul territorio.
Ecco alcuni numeri che raccontano l’impatto del progetto:
• 50 persone sono state accompagnate in percorsi di orientamento e ricerca del lavoro e favore di 12 persone è stati attivati tirocini lavorativi;
• 20 persone hanno preso parte ad attività di educazione finanziaria;
• sono stati erogati 25 microprestiti a tasso zero offrendo un aiuto immediato e responsabile;
• 5 contributi a fondo perduto sono stati destinati a situazioni di particolare urgenza;
• 28 persone hanno seguito percorsi brevi di supporto psicologico, mentre 5 sono stati coinvolti in percorsi educativi personalizzati;
• sono stati organizzati 3 corsi di formazione professionale con la partecipazione di 13 persone;
• sono stati attivati 6 percorsi formativi rivolti a volontari sui temi dell’educazione finanziaria, del lavoro e del colloquio educativo, coinvolgendo oltre 30 volontari nelle attività di prossimità;
• è stata inoltre realizzata una campagna di raccolta fondi a sostegno della continuità del progetto.