ABBIATEGRASSO – L’unica nota stonata delle serate come quelle vissute ieri, in occasione del premio Italo Agnelli, è la distonia fortissima tra l’intensità di quello che succede dentro le mura dell’Annunciata e l’anonimato notturno di una città che riposa, in attesa del lunedì che verrà di lì a poco.
Complesso dell’Annunciata più bello del solito, domenica 10 marzo, giorno in cui il carismatico leader dei commercianti di Abbiategrasso avrebbe compiuto gli anni. Una morte, la sua, divenuta una fortissima presenza invece che una dolorosa assenza, grazie alla devozione (nel basket americano la chiamerebbero ‘legacy’, ossia eredità) dei figli Silvia, Brunella e Manuel, la cui ormai manifesta poliedricità musicale, artistica e culturale riesce a catalizzare personalità di enorme spessore.
Ha aperto la serata Tiziana Losa, alla guida della Confcommercio di via Annoni assieme a Brunella: “Italo Agnelli ha dedicato 50 anni della sua vita al commercio e alle imprese. Lo ha fatto per quel grande amore che nutriva per Abbiategrasso”. ha successivamente letto il messaggio del presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo cui “Italo Agnelli era un alternativo e un uomo del commercio. Una personalità ricca e poliedrica”.
E’ seguito il saluto del sindaco Cesare Nai: “Grazie a tutti voi, è un piacere portare il ns saluto. Amicizia con Italo condivisa da me come da molti. Vengo da una famiglia di commercianti, pertanto gli uffici di Italo Agnelli li conoscevo bene. E’ un tributo a una personalità forte, centrale per Abbiategrasso”.
Ivan Donati, mattatore di serata, ha quindi introdotto Brunella Agnelli.
Primo riconoscimento a Elena Viezzoli, ceo di Aethra, prima donna presidente di Confindustria Ancona.
A seguire l’interessante esibizione canora di Ghemon, artista 36enne reduce dal Festival di Sanremo, quindi Sara Manisera, giornalista freelance di 29 anni, collaboratrice di testate prestigiose quali Al Jazeera, La Stampa, Internazionale e diverse altre.
A seguire Enzo Muscia, cavaliere (nella foto sotto col Presidente Mattarella), che ha fatto rinascere un’impresa di Saronno riassumendo i colleghi che erano stati licenziati. Protagonista di un libro e di una fiction con Beppe fiorello.
Quindi ancora Ghemon con Rodrigo D’Erasmo, nome molto noto ai fan degli Afterhours.
Sul palco anche i docenti Elena Franco, Leonardo De Vita, Igino Ancona e Andrea Boselli, premiati nel 2018 col premio Confcommercio Bachelet. Con loro anche Armando Persico, premiato nel 2018 a Dubai come uno dei 50 migliori docenti al mondo.
Molto interessante l’intervista di Manuel Agnelli a Ghemon, ossia Giovanni Luca Picariello, conosciuto con lo pseudonimo artistico di Ghemon, che nasce ad Avellino l’1 Aprile 1982 e cresce con il sogno di voler diventare un cantante. In un’intervista con Vanity Fair si è definito “un transgender musicale”, sospeso tra l’hip hop e il cantatutorato, ispiratosi a quei rapper americani che sono stati una guida durante l’adolescenza. Il suo potente timbro vocale, unito a una ricerca testuale che ne fa una sorta di Paolo Conte 4.0, sono stati apprezzatissimi.
A chiudere Alessandro Invernizzi (a cui dedichiamo un pezzo a parte), Daniele Del Ben e la docente del Politecnico di Milano che sta conducendo un progetto di riforestazione della Città Metropolitana milanese e Alessandro Candian, campione di karate.
Serata straordinaria, di profonda bellezza. Usciamo dall’Annunciata verso la mezzanotte, ci gustiamo una birra ai tavolini esterni del Piper, e ci sembra di assaporare il gusto dolce-amaro di un Amore che se ne va, con lei fasciata in un abito bellissimo, con tutto il dolore elegantemente contenuto negli occhi scuri. Ma ci viene in soccorso Fabrizio De Andrè: meglio esserci lasciati, che non esserci mai incontrati.
Buona vita. E viva Italo Agnelli, come avrebbe detto Vasco Rossi. Viva, sempre.
Fab. Pro.