― pubblicità ―

Dall'archivio:

Abbiategrasso, parla il legale della famiglia del 16enne arrestato: ‘I genitori hanno chiesto scusa al preside, successivamente..’

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

ABBIATEGRASSO Dopo l’intervista della professoressa Elisabetta Condò a Sandro De Riccardis, sulla Repubblica di ieri, questa mattina è arrivata una precisazione da parte dell’avvocato Stefano Rubiu, legale che segue la famiglia e il 16enne attualmente detenuto al Beccaria.

Lo fa con un’intervista a Giovanni Chiodini del Giorno, nella quale specifica esattamente qual è stata la reazione della famiglia in questa concitata settimana.

«Mi dispiace solo una cosa. Non aver ricevuto nessuna parola di scuse dalla famiglia del ragazzo che mi ha aggredita. Non me lo aspettavo dal ragazzo, che è sicuramente sotto choc, ma almeno da genitori mi sarei attesa un’espressione di vicinanza o dispiacere», aveva dichiarato la professoressa Condò ieri a Repubblica.
La docente dell’istituto Alessandrini sta invece trascorrendo la convalescenza a casa. E oggi come detto i genitori del ragazzo che frequentava la seconda AL dicono che si erano scusati con il preside il giorno dei fatti. Tramite l’avvocato Stefano Rubiu la famiglia chiarisce che aveva manifestato subito la sua vicinanza. Ma che adesso aspettano i tempi e i modi giusti per manifestarla pubblicamente anche alla professoressa.

Le scuse
Un fatto che il preside dell’istituto Alessandrini Michele Raffaeli conferma: «Le scuse le hanno fatte a me. C’è comprensione per la situazione della famiglia, che è ben consapevole della gravità dell’accaduto. Ho comunicato subito all’interno della scuola l’attenzione e la costernazione dei genitori, le scuse non sono mancate. Quando hanno parlato con me, ho fatto sentire ai genitori la nostra vicinanza e la nostra preoccupazione nei confronti del ragazzo. Perché per noi gli studenti che sbagliano non vanno allontanati ma, al contrario, accolti e aiutati perché si riprendano dalla caduta. Quando ho accompagnato il ragazzo in ambulanza, dopo il fatto, era paralizzato e guardava nel vuoto. Appariva assolutamente calmo, ma non era in sé».

Sempre l’avvocato Rubiu, nell’intervista al Giorno, precisa che a delle scuse immediatamente a ridosso di un evento così altisonante saranno da preferire parole più circostanziate, scuse vere e non di comodo “da dare in pasto all’opionione pubblica”. Parole che ci sono parse del tutto ragionevoli e condivisibili, che aggiungono un ulteriore tassello alla vicenda consumatasi esattamente sette giorni addietro.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi