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Abbiategrasso-parco commerciale, parla il pubblico. Dopo 12 anni ‘torna’ Alberto Fossati

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ABBIATEGRASSO – Pochi minuti prima delle 23 sono cominciati gli interventi degli iscritti a parlare a margine del Consiglio sul parco commerciale.

Ha esordito l’ex assessore Emilio Florio, ex candidato sindaco di Rifondazione Comunista.

‘In sintesi estrema Abbiategrasso ha enorme superfici dismesse, ci si può mettere in connessione con quanto avviene a Milano su area Expo. La nostra idea, elementare, era NON consumare le aree disponibili e governi il territorio cercando una relazione con chi decide. Potremmo dialogare con università e imporci come città della Ricerca e della Scienza. Ma in città c’è un fortissimo partito del cemento, oltre al fatto che S2 chiese come noto risarcimenti milionari. La politica e il governo del territorio si possono fare se si hanno idee e coraggio. Il solo titolo di costruzione non basta, la Costituzione disciplina la proprietà privata in relazione all’interesse sociale. Ripartiamo dalle nostre priorità, non dalle loro’.

Alessandra Gay, candidata alle Comunali del 2017, ha dichiarato che ‘molte visioni sono divenute anacronistiche. Noi chiediamo una riduzione significativa del consumo di suolo, rendendo più ordinato il tessuto urbano. Questa disposizione della variante Pgt è stata poi revocata dalla giunta Nai. I commercianti dovrebbero interagire con associazioni agricole, rafforzando il centro commerciale naturale. Il modello dei centri commerciali è superato, l’occupazione è tutt’altro che consolidata. In gioco c’è il futuro di Abbiategrasso e dei nostri figli’.

Alberto Fossati

Andrea Zorza di Abbiategrasso Bene Comune ha ringraziato per questo momento di confronto, ‘e per difendere il futuro della città non abbiamo bisogno di nuovi centri commerciali. Non bisogna distruggere quel poco di tessuto sociale che resiste. L’occupazione di certe strutture è di scarsissima qualità, togliamo posti di lavoro in centro per creare nuovi poveri. Il Trentino ha deliberato da tempo lo stop ai centri superiori ai 10mila metri, noi costruiamo su 33mila. In Italia non mancano però esempi virtuosi: Trieste, ad esempio. Siamo perciò davanti a un bivio, ma noi non molliamo’.

Dario Olivero, della Confederazione Italiana Agricoltori, si è posto il tema che un amministratore ‘deve partire dai bisogni. Questa operazione porta molti danni potenziali, mi preme sottolineare anche l’elemento del sogno. Un amministratore dovrebbe immaginarsi il futuro di una città. Ma se poi sono gli elementi esterni a condizionare il dibattito. Che tipo di città vogliamo? Questo è il punto, e costa un grande sforzo. Io ritengo che la maggioranza dovrebbe fermarsi e riflettere”.

E’ quindi toccato all’ex sindaco Alberto Fossati, che ha parlato a nome di Confcommercio.

‘Ho ricevuto un mandato da Ascom per dare un contributo di natura tecnica e giuridica, la questione è politica ma anche tecnica. Tre sono le questioni emerse: esiste un diritto acquisito? Come valutare l’esecuzione attuativa? Come si attribuiscono gli indici edificatori nell’ambito strategico? C’è una sentenza del maggio 2019 della Corte Costituzionale riconoscendo che la Regione non può incidere sulla gestione di un territorio comunale. L’interesse pubblico prevale, e c’è la piena disponibilità data ai Comuni: non esiste un diritto acquisito se non ad una condizione, se non che su quell’area sia stata stipulata una lottizzazione. E queste condizioni ad oggi mancano su ATS2. Se un’Amministrazione avesse un’idea di difesa di interessi pubblici su una data area, allora quell’idea può essere esercitata. L’Amministrazione Nai ha fatto una scelta politica legittima, coi 47mila metri quadri di superficie commerciale. Se il Pgt individua alcune aree che sono qualificate come strategiche, e se si immagina che esse necessitano di particolare pianificazione specifica, la norma prevede un Piano Progetto che punta a far crescere una città in armonia. Apprezzo che il sindaco dica che si tratta di proposte NON definitive: penso che la proposta che ho esaminato non è conforme alla quantificazione degli indici,e  se voi avete stabilito questo indice c’è una ragion d’essere’.

Per la Consulta Ecologica è intervenuto Nicholas Chignoli, per Legambiente Matteo Pozzetti, il quale ha ribadito che ‘come associazione abbiamo sempre detto a tutti i sindaci che questo meraviglioso territorio va tutelato, è una questione ambientale e identitaria. Un luogo muore prima culturalmente poi economicamente. Le periferie standardizzate coi centri commerciali sono dei non luoghi. Vorremmo avere la capacità di resistere e la capacità di interagire con la comunità locale. Cito il coraggio delle aziende agricole locali che resistono. A nostro avviso questo progetto NON porterà benefici ad Abbiategrasso. Italo Agnelli, ex segretario di Ascom, parlava già molti anni fa dei rischi derivanti da spinte speculative e da chi è disinteressato dalla qualità della vita’.

 

 

Emilio Florio

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