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Abbiategrasso, l’addio ad Antonio Monteduro (e quelle lacrime di tanti anni fa)- di F.P.

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ABBIATEGRASSO E così un altro ‘non’ abbiatense che ha voluto un gran bene ad Abbiategrasso se n’è andato in punta di piedi. Ieri mattina, nella basilica di Santa Maria, il sindaco Nai, diversi assessori e personaggi pubblici della città hanno detto addio ad Antonio Monteduro, morto a 80 anni (era nato nel 1941).

Antonio Monteduro era una di quelle persone nate lontane da Abbiategrasso, nelle terre del Sud, che tuttavia ha espresso in vita un’affezione e costruito con la città un legame sconosciuti a molti abbiatensi ben più autoctoni.

Si era avvicinato alla città diversi anni fa, quando prese in gestione la piscina Anna Frank. Ieri Adolfo Lazzaroni, assessore a quell’epoca (sindaco era Angelo Ceretti), ci ha ricordato che il Comune fu scettico inizialmente, perché l’offerta economica della societè di Monteduro garantiva molti più soldi. Si rivelò anche la migliore: Antonio e la moglie crearono un ambiente dinamico, cordiale, dove le persone andavano volentieri e non solo per nuotare.

Nella sua ‘terza età’, sempre dinamico e giovanile nei modi, Antonio entrò in politica con Forza Italia. Sostenne Roberto Albetti nel 2007, quando il centrodestra vinse in città per la prima volta.

Diventò un vulcano di iniziative sportive, arrivando ad organizzare persino una competizione di nuoto sul Naviglio da Abbiategrasso alla gloriosa Canottieri Milano.

Questo fervore lo ha ricordato ieri al termine della cerimonia funebre Marco Scotti, imprenditore ed ex assessore, che ha voluto ricordare la passione umana e sportiva di un uomo non comune come Antonio Monteduro.

Noi serbiamo un ricordo privato fino ad oggi mai condiviso: era il primo anno dell’Amministrazione Albetti, e dopo aver avuto un duro scontro con un amministratore del ‘suo’ centrodestra Antonio si confidò col sottoscritto, arrivando a commuoversi e piangere per il rammarico. Avevo (ho) l’età di suo figlio: rimasi colpito dalla sensibilità e dal coraggio di quell’uomo, perché per piangere spesso serve coraggio, specie ad un uomo.

Tra le mille cose fatte per Abbiategrasso ricordiamo quando si buttò a capofitto nell’organizzazione di Abbiategusto: non importava l’avesse ideato un ‘compagno’ come Lazzaroni, lui diede una grande mano senza chiedere in cambio nulla.

Lo ricordiamo elegantissimo, durante le cene in Annunciata (che bei tempi, ora andati), ad accompagnare le persone ai tavoli. Sempre con un sorriso, una battuta.

L’abbiamo visto spesso ai tavolini del bar Piccadilly con gli amici senatori, Scotti e Lazzaroni; ci parlò della sua malattia col sorriso, senza cedimenti.

Quel riposa in pace spesso retorico ed artefatto, caro Antonio, te lo sei davvero meritato. Grazie per la tua presenza, la tua passione e la tua umanità. Grazie per il tuo sorriso. Grazie per quelle lacrime.

Fab. Pro.

 

 

 

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