ABBIATEGRASSO Il 25 giugno scorso scrivevamo così.
L’isola di Koh Samui, un puntino nell’estesissimo golfo della Thailandia, paese immenso e lontano, e di estremo fascino, è il posto più lontano del mondo dall’idea della malattia o della sofferenza.
Lunghe spiagge bianche, mare caldo e piatto, a tratti incantevole e diamantato, le palme, una florida industria del turismo da 30 milioni di presenze anno (prima del Covid). I thailandesi, depositari di una civiltà e di costumi antichissimi, salutano con le mani giunte. Ovunque, dal più piccolo dei bar al più grande e lussureggiante dei ristoranti, ci sono statue del Buddha e soprattutto immagini del Re e della Regina; i thailandesi sono devotissimi alla loro monarchia. Ci sono parecchi italiani che dopo esserci stato decidono di avviarci attività economiche o che hanno deciso di viverci, per alcuni mesi o per sempre.
Tra questi c’è Fabio Inglesi, classe 1973, abbiatense molto conosciuto in città. Viene da una famiglia di commercianti (macellai) da San Pedar, e quindi se lo ricordano in parecchi.
In Thailandia Fabio ha una compagna e una figlia. Settimana scorsa purtroppo è stato vittima di un incidente che lo ha costretto a un delicato intervento chirurgico. Attualmente si trova nel reparto di Terapia Intensiva di un ospedale a Koh Samui, il cui costo (ci lamentiamo spesso della sanità italiana, ma bisognerebbe fare delle comparazioni..) è di circa 900 euro al giorno: costo che ricade interamente sulla famiglia, nonostante il pronto coinvolgimento dell’Ambasciata italiana di Bangkok su iniziativa del nostro Ministero degli Esteri. Sono parecchi soldi, tanto che la famiglia e gli amici di Fabio hanno lanciato una iniziativa solidale che anche Ticino Notizie ha deciso di sostenere senza esitazione.
. “La soddisfazione è grande, siamo riusciti a portarlo in Italia e a garantire questo passaggio fondamentale sono stati diversi fattori – ha dichiarato la sorella Livia ad Habiate Web -: le condizioni di Fabio, perché se non fosse stato in grado di respirare autonomamente sarebbe stato impossibile il viaggio aereo, unite all’interessamento dell’ambasciata italiana, che dopo un primo periodo di incertezze ci ha seguito quotidianamente attraverso un proprio addetto. Anche le referenti dell’assicurazione ci hanno dato una mano decisiva per risolvere il trasferimento dall’isola a Bangkok e poi in Italia: con lui sono arrivate anche la figlia e la moglie che, in questi due mesi, lo ha accudito quotidianamente anche affrontando le difficoltà provocate dall’impennata di contagi da Covid in Thailandia,