Se volessimo trovare uno slogan per sintetizzare l’attività di Pier Maria Magnaghi e del suo Forno e Sapori di C.so San Pietro in quel di Bià, oltre che la ‘Bottega delle cose buone’, non stonerebbe affatto l’idea di una continua ricerca della qualità. Già qualità e ricerca, come stella cometa anche rispetto ai vari prodotti che Pier e il suo staff, propongono alla affezionata clientela.
Partendo da un presupposto di fondo caro al Nostro: “Il nostro Paese con le sue eccellenze regionali a livello di eno gastronomia è qualcosa di unico. Noi abbiamo il compito di scoprirle, valorizzarle e farle conoscere ancora. Andando contro quelle forme di omologazioni anche a livello alimentare, ormai imperanti”.
Un vero e proprio ‘manifesto’ che Pier Magnaghi mette in atto ogni giorno. Partendo da uno dei pezzi forti della sua bottega: la salumeria di qualità.
“Il segreto è andare a cercare delle realtà ancora piuttosto piccole ma dove il prodotto ha un suo valore, penso accanto ai classici Parma e San Daniele, anche a realtà locali come il prosciutto crudo Toscano, quello Umbro o ancora quelli Bergamaschi. “E’ un progetto che funziona e che ci consente di distinguerci” sottolinea il nostro intervistato.
Alzare l’asticella è la regola di fondo. “Se guardiamo anche ai marchi più rinomati come il Gran Biscotto andiamo sempre alla ricerca della gamma alta, che tu non trovi nella grande distribuzione”.
Nella ‘Bottega delle Cose Buone’, inoltre, è possibile trovare molti salumi da taglio accanto alle famose coppe piacentine.
E sempre a proposito di Salame, la ricerca accurata ha portato il team di Forno e Sapori sino ad un produttore cremonese di Salvirola.
Anche qui la formula vincente è: la tradizione antica legata alla qualità. “Siamo andati a scavare sino nella profonda provincia lombarda dove si possono trovare queste realtà ancora al top”.
Che, peraltro, il pubblico del Forno e Sapori pare apprezzare veramente tanto. “Riusciamo a vendere oltre 100 kg di salumi di questa casa. Il nostro pubblico li ha premiati riscoprendo gli antichi sapori del Cacciatorino piuttosto che del Cresponetto”.
E’ un segnale di speranza che va anche in controtendenza rispetto alle chiusure di tanti salumifici che ha patito anche la nostra zona dell’est Ticino.
“Noi non molliamo – chiosa Magnaghi – lavoriamo sempre nella direzione delle eccellenze locali perchè il piccolo commercio trova qui un’arma per differenziarsi e continuare a vivere”.