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Dall'archivio:

Abbiategrasso/elezioni-1, vince (contro ogni pronostico) la forza tranquilla di Cesare Nai. Non succedeva dal 1998, con Ceretti

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Dal 1998 nessun sindaco era stato rieletto al secondo mandato
ABBIATEGRASSO – “La forza tranquilla” è lo slogan che Jacques Seguela inventò per Mitterand nel 1981; mi è tornato in mente nei giorni scorsi mentre guardavo le immagini televisive sulle elezioni francesi.

Il pubblicitario francese lo aveva ripescato nella lunga storia del socialismo francese, saccheggiando Lèon Blum e Jean Jaurès.

Quest’ultimo era un pacifista e fu assassinato nel 1914 da un nazionalista, forse uno squilibrato, forse no. La sua morte spinse anche parte della sinistra francese ad aderire alla Union sacrée , di totale appoggio politico e sociale al Governo, quando Jaurès sosteneva il non interventismo nella guerra voluta dalla borghesia.

Mitterand vinse e quello slogan è stato l’ossessione per molti anni di schiere di pubblicitari e comunicatori, al punto che Seguela dichiarò che aveva fatto più pubblicità Mitterand a lui, che lui al Presidente.

Ha vinto Cesare Nai. Ancora una volta per una incollatura o quasi. Ma questa volta, se possibile, è stata ancora più dura. Perché se nel 2017 Domenico Finiguerra partiva dietro di quasi 15 punti, arrivando quasi al pareggio, questa volta in virtù dell’accordo Fossati  Tarantola il centrodestra partiva sotto di 16 lunghezze. Teoriche. Vanificate in una ora scarsa di conta dei voti al ballottaggio.

Vince Cesare Nai con la sua forza tranquilla (parzialmente evocata anche nei suoi manifesti) mettendo insieme un centrodestra frammisto agli ex grillini di Abbiategrasso Attiva che batte la per alcuni Invincibile Armada formata da tutto il csx ed il nuovamente perdente Luigi Tarantola.

Vince Nai, che venerdì a mezzogiorno stringeva sicuro le mani degli elettori tra il mercato e piazza Marconi, dove ai nostri microfoni questa notte ha parlato apertamente di campagna a due tempi: più misurata e in sordina al primo turno, più forte e giocata su toni più alti in questi 15 giorni, nei quali Nai ha mostrato i muscoli (tranquilli) e puntato tanto o tutto SULLA ABBIATEGRASSO DEL SI contro quella del NO o del NI.

Fdi, Lega, Fi e Abbiategrasso Merita (prima forza della coalizione) hanno sorretto il sindaco uscente che aveva contro buona parte dei social e il pronostico.

Vince dopo aver portato a casa seppur in articulo mortis progetti importanti come piscina, nuova illuminazione, nuova sede unica ed altro ancora.

Vince con a  fianco quel Roberto Albetti che a 77 anni contribuisce e non poco alla sua rielezione, anche se la sconfitta del 2012 brucia ancora al politico più importante di Comunione e Liberazione degli ultimi decenni.

Ma il capolavoro più grande è l’essere riuscito a vincere al secondo mandato, ossia rieletto, dopo che non accadeva da 24 anni. L’unico sindaco della Seconda Repubblica di Abbiategrasso che era riuscito a fars rieleggere fu Angelo Ceretti (1994 e 1998), seguirono le sconfitte di Alberto Fossati, Roberto Albetti e Gigi Arrara (che neppure si ripresentò).

Ecco perché la conferma di Nai, mentre il Pd vince quasi ovunque da Monza a Verona, ha quasi dell’incredibile.

In termini sportivi, è come la vittoria dell’Italia opposta alla Germania padrone di casa nel 2006.

In palio non c’era la Coppa del Mondo, ma il titolo di sindaco più longevo del Terzo Millennio abbiatense.

Non è poco. Anzi, è tantissimo.

Fabrizio Provera

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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