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Dall'archivio:

Abbiategrasso e mafia/1, cosa NON torna nel documento del Pd: dov’erano, nei 18 anni di governo della città? Di F.P.

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ABBIATEGRASSO – La denuncia formalizzata dal Comune di Abbiategrasso contro Sara Manisera, per le ormai ben note accuse in tema e odore di mafia, continua a far discutere in città. E ce ne sono millanta, di ragioni. L’obiettivo di questo pezzo è analizzare il comunicato congiunto diffuso da Partito Democratico e 5 Stelle, da noi pubblicato integralmente.

Non tanto per i grillini (che ad Abbiategrasso ormai sono residuali, lo dimostra la percentuale ragranellata alle Comunali di giugno), ma quanto meno per la posizione espressa da un partito- il Pd- che ha appoggiato, espresso, sostenuto i sindaci di Abbiategrasso per 18 anni: Angelo Ceretti (due mandati), Alberto Fossati, Gigi Arrara.

Vediamo il passaggio del comunicato che ci lascia più dubbi:

“La giunta Nai, con ritardo sospetto e con chiara attenzione ai tempi elettorali, invece di invitare la Manisera a presentarsi alla Magistratura per presentare eventuali prove in suo possesso, ha ritenuto opportuno sfoderare l’artiglieria pesante per tutelare il proprio onore, puntando ad una querela a spese dei cittadini.
Purtroppo questa brillantezza non si è vista qualche mese fa quando è stata respinta la richiesta congiunta delle opposizioni di nominare ad Abbiategrasso una commissione antimafia, particolarmente preziosa per tutelare un territorio palesemente molto ambito dalle mafie, come dimostrato da numerose indagini delle forze dell’ordine e come stabilito da varie sentenze della Magistratura. La commissione sarebbe stata un segnale molto forte lanciato alle organizzazioni criminali, perchè avrebbe mostrato l’evidenza di un territorio attento a proteggersi e capace di tenere alta la soglia dell’attenzione: torneremo a riproporla fermamente.
Condanniamo questa scelta della Giunta perché riteniamo inopportuno che un Comune quereli una giornalista.
Proponiamo, invece, un incontro pubblico nel quale si colga l’occasione per approfondire le tematiche legate alle mafie e nel quale Manisera chiarisca le proprie argomentazioni”.
Al di là della rituale opposizione alla giunta di centrodestra, riconfermata d’un soffio a giugno proprio a danno del Pd, stupisce una certa ‘disattenzione’ dei Dem, e la NON volontà di entrare nella carne viva del problema. Al di là del fatto che di Commissioni Antimafia ce ne sono decine e da decenni (e il Pd avrebbe potuto vararle durante uno dei suoi mandati, E NON E’ STATO FATTO: forse perché, coerentenente, il Pd sapeva e sa che Abbiategrasso NON è terra di mafia), ci stupisce soprattutto che siccome si parla e si e parlato di una città ‘a contatto’ con ambienti e personaggi mafiosi, il partito CHE HA GOVERNATO PER 18 ANNI SUI 28 DAL 1994 AD OGGI, OSSIA DURANTE TUTTA LA SECONDA REPUBBLICA CITTADINA, si astenga dal prendere posizione sul vero TEMA dirimente di tutta l’accesa querelle: PERCHE’ NON DIRE LA PROPRIA SUI SINDACI, SUGLI ASSESSORI, SUI CONSIGLIERI CHE IN NOME E PER CONTO DEL PD HANNO VESTITO LA CASACCA DI PUBBLICI AMMINISTRATORI IN TUTTI QUESTI ANNI?
Che elementi hanno per suffragare O MENO  quanto detto da Sara Manisera, al netto e al lordo della sua replica (da noi pubblicata anch’essa integralmente e che ha parzialmente riveduto e corretto le dichiarazioni rese a giugno); ossia se il PD ritenga OPPURE NO che la mafia ha infiltrato i gangli vitali di piazza Marconi. 
Come abbiamo già scritto, potremmo essere dei cronisti così disattenti e di scarsa perizia che in oltre due decenni non ci siamo MAI accorti di infiltrazione mafiose durante i mandati Ceretti, Fossati, Albetti, Arrara e Nai: ma siccome lo ribadiamo, saremmo tanto curiosi di sapere dalla dirigenza del Partito Democratico, AL GOVERMO DELLA CITTA’ PER 18 ANNI, perché abbiano pensato di NON andara al di là di una sterile, ma pur sempre legittima, polemica con l’Amministrazione Nai. 
Qualcosa non (ci) torna, eccome se non torna.
Fab. Pro.

 

 

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