ABBIATEGRASSO – E’ la fine di maggio del 2013. Nove anni fa. Si svolge un incontro della Carovana Antimafia Ovest Milano con diversi ospiti, nel complesso dell’Annunciata. Piero Sebri, da anni presidente del sodalizio, nel corso del suo intervento introduttivo associa il nome del geometra Ermenegildo Scalera, all’epoca assai noto funzionario dell’ufficio Tecnico del Comune di Abbiategrasso, alla parola ‘mafia’. Scalera non ci sta e querela Sebri. E succede che..
Succede che si apre un procedimento penale di fronte al Giudice di Pace del Tribunale di Vigevano. Sebri viene denunciato da Scalera per diffamazione (articolo 595 del Codice Penale).
Dopo diversi anni di dibattimento e a SEI dalle parole pronunciate da Sebri, il 29 aprile 2019 la dottoressa Cristiana Quaroni pronuncia la seguente sentenza, numero 324/10: Piero Sebri viene CONDANNATO per diffamazione nei confronti di Gildo Scalera (il Pubblico Ministero del procedimento era la dottoressa Tiziana Moro) a 600 euro di multa e al pagamento di ulteriori 8.500 euro a favore della parte civile costituitasi in giudizio (lo stesso Scalera).
L’articolo 595 del Codice del Codice Penale vigente recita testualmente che Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro.
La notizia delle parole di Sebri contro Scalera fece il giro dei giornali, all’epoca. Assai meno clamore fece la notizia della condanna, che abbiamo ottenuto grazie alla collaborazione del prestigioso studio legale milanese che assistì Gildo Scalera, quello dell’avvocato Caterina Malavenda (uno dei legali che il mondo del giornalismo milanese e lombardo conosce di più per i molti anni di brillante pratica forense) e del suo collaboratore, l’avvocato Antonino Marturano, che seguì anch’egli il procedimento giudiziario.
Quindi, a conti fatti e per fortuna, Gildo Scalera NON è un mafioso (e noi che lo conosciamo da anni ne siamo oltremodo lieti), Sebri è stato condannato ed ancora una volta, come questo piccolo giornale scrive da anni, abbiamo qualcoa da eccepire sulle MODALITA’ con cui la Carovana, appunto da tempo, diffonde un messaggio sicuramente nobile (il contrasto alle mafie) ma, ripetiamo, discutibilmente quanto al COME.
Anche perché venerdì 28 ottobre, fra tre giorni, a distanza di mesi ci sarà un nuovo incontro della Carovana nella sala consiliare, patrocinato dal Comune, al quale parteciperanno i giornalisti Rotella e Portanova, il senatore Franco Mirabelli del Pd e il celebre magistrato Alberto Nobili di Milano, andato da poco in pensione.
A moderare ci sarà ancora e sempre lui, Piero Sebri, presidente della Carovana, di cui non abbiamo ancora sentito una parola di commento sulla sentenza del 2019 a Vigevano.
Peraltro sarà il primo incontro pubblico sul tema delle infiltrazioni mafiose dopo la ben nota azione legale intrapresa dal Comune di Abbiategrasso nei confronti della giornalista Sara Manisera.
Gildo Scalera
Ed appare evidente l’interesse della sentenza Scalera contro Sebri in quanto precedente giuridico: se Scalera, ai vertici di uno degli uffici più strategici del Comune (i lavori pubblici), NON è mafioso, allora riteniamo non sia facile sostenere che vi siano state, nel recente passato, infiltrazioni così gravi in un settore notoriamente privilegiato nelle indagini della Magistratura sul malaffare.
Un altro particolare interessante di quel lontano incontro del 30 maggio 2013 è che Sara Manisera era presente e scrisse un lungo servizio per il sito Stampoantimafioso.
Ma di questo parleremo una prossima volta.
Per adesso ci fermiamo a due sole questioni irrisolte, soprattutto la prima: perché NON una parola di autocritica della Carovana Antimafia nei confronti delle parole di Sebri e per RIBADIRE l’onorabilità di Gildo Scalera? Perché non ora a ridosso del nuovo incontro del 28 ottobre? Per concludere, come si evinde dal manifesto, l’evento è patrocinato dal Comune di Abbiategrasso.
Fabrizio Provera