Se è vero che comunicare costa, è altrettanto vero che NON comunicare (oppure comunicare male) costa molto di PIU’
ABBIATEGRASSO – A chi come il sottoscritto predica da tempo immemore la centralità della comunicazione in ogni ambito della vita (e della politica, dove la dimensione comunicativa da almeno 20 anni è divenuta semplicemente LA questione nodale del consenso, del governo e della sua arte, dal piccolo Comune sino alla Casa Bianca o al Cremlino), sinceramente le discussioni delle ultime settimane fanno (amaramente) sorridere.
Tutto è comunicazione: nei rapporti personali, interpersonali, familiari, lavorativi. E’ tutto comunicazione anche in politica, dove chi governa oggi (ad Abbiategrasso come altrove) si trova proiettato in una diretta giornaliera H24 fatta di post, interazioni, commenti, articoli di giornale, bufale, provocazioni.
Non ce ne vogliano amici e colleghi della carta stampata, ma è come se nella città del Leone qualcuno (dalle parti di piazza Marconi) fosse ancora convinto che la pubblica opinione si forma nell’attesa che qualche giornale esca in edicola. A costoro basti una cifra (risalente a gennaio 2020): 3.6 milioni le copie di giornale vendute ogni giorno in Italia, 41.5 milioni gli italiani che ogni giorno interagiscono sui social media. Togliete la fascia 0-8 anni (perché a 9 interagiscono già come dei fulmini) e gli over 85, e avrete il 100% della popolazione.
Quanto poi alla disamina su qualità della prima interazione della seconda, certo ci potremmo dilungare per ore. Ma resta una certezza: il numero è potenza, come diceva un grande statista del Novecento.
Premessa in vero estesa per ‘chiosare’ quello che ci è parso un intervento interessante pubblicato ieri (su Facebook, ca va sans dire..) da Giovanni Maiorana, tra gli animatori di Radio City Bar, sulla presunta (per lui) carenza di comunicazione del sindaco e del Comune di Abbiategrasso. Intervento stuzzicante, che peraltro conferma (qui ci viene il sorriso bis) che per fare informazione e opinione, oggi, non serve il tesserino dell’Ordine dei Giornalisti (cui il sottoscritto è componente dal 1995, in sostanza l’età della pietra). Maiorana casomai lo spieghi, specie a qualcuno…
“Qui, in questa landa desolata, si decide ancora una volta di mantenere un profilo basso, di stare in silenzio, limitandosi a qualche stringato e sofferto comunicato che si conclude con “RESTATE A CASA”. Noi, la maggioranza, stiamo a casa ma voi avete il dovere di scendere in strada e di mostrare i muscoli (x non dire le palle) perchè la gente muore non solo di COVD 19 ma, anche, di abbandono”.
Ecco il passaggio (pre) finale che sintetizza l’esprit del testo. Efficace, senza dubbio. Ma ci sovviene una chiosa: come direbbe un vecchio giornalista, dov’è la notizia?
Nel senso: ma quando e come Cesare Nai e la sua giunta hanno comunicato per davvero? Per comunicare, vorremmo essere chiari, NON si intende la sfilza di aggiornamenti che l’eccellente servizio Urp del Comune (nato non a caso quando a reggere la tolda della comunicazione c’era Roberta Nencini, che aveva delle belle gambe ma anche un cervello, oltre a un carattere schiettamente toscano) dispensa con puntualità.
La comunicazione politica è molto di più: significa ANTICIPARE tempi e modi delle notizie, significa IMPORRE i temi, e non FARSELI imporre (e qui Nai merita un premio encomiabile: non è MAI riuscito, in 3 anni, a mettere al centro del dibattito un tema che fosse uno).
Nel testo-sfogo di Maiorana c’è anche l’esortazione a fare di più, a farsi vedere. Ma qui subentra anche un fatto caratteriale: ce lo vedete Nai all’Esselunga che sanziona chi fa la spesa arrivando da Marcallo o Bernate, come successo a Corbetta? No, perché Nai non è Ballarini (e in questo, ci sia consentito, per fortuna).
Siccome e purtuttavia siamo certi della bontà della tesi del pluriergastolano Renatino Vallanzasca, che Kim Rossi Stuart dispensa magistralmente ne ‘Gli angeli del male’, ossia ‘guarda che nella vita bisogna essere generosi’, ci permettiamo (non perché siamo dei fuoriclasse, ma perché sin dal preistorico 1999 abbiamo avuto la fortuna di collaborare o vedere all’opera Fabio Benati e poi Marco Marturano, e poi Stefano Rolando, in poche parole tre fra i più venerati maestri della comunicazione pubblica italiana, a fianco dei quali anche un imbecille diventa quanto meno presentabile) di dispensare qualche consiglio (non richiesto) alla giunta Nai.
1)La scelta di interrompere le comunicazioni quotidiane via video, se non per notizie rilevanti, non è in sé sbagliata. Basterebbe aggiungere ai tre banner laterali nella home page del sito del Comune GIA’ dedicati a Covid un quarto, con link diretto ad Ats o Regione (o Allerta Lom), così che ogni cittadino abbiatense possa quotidianamente essere aggiornato. Con un semplice post quotidiano sulla pagina Facebook del Comune, i cittadini sarebbero costantemente aggiornati;
2)Ogni giorno (non lo sapevamo neppure noi) la Croce Azzurra di Abbiategrasso consegna 132 pasti a domicilio. Il sindaco potrebbe uno-documentare questa attività con un breve video, due-andare di persona a consegnare i pasti, una volta a settimana;
3)Il sindaco risponde, su Facebook.. e al telefono. Una volta a settimana il sindaco potrebbe rispondere alle domande tramite la pagina Facebook del Comune, e un’altra volta (così facendo ci sarebbe un doppio appuntamento settimanale) potrebbe rispondere direttamente al telefono del municipio, 1 o 2 ore. Lo faceva un sindaco discusso e amatissimo come Giancarlo Cito a Taranto, nel lontano 1997: ne parlarono persino i giornali americani..
4) Abbiategrasso ha una ASSP e spende circa 5 milioni di euro annui per i servizi alla persona e i soggetti fragili: un semplice report settimanale di quanto viene fatto a sostegno delle categorie più deboli sarebbe utile;
5)Il nodo dei rapporti col commercio. Tasto difficile.. Per prima cosa, al netto e pure al lordo delle forche caudine della burocrazia, andrebbe risposto a chi ha sollevato il tema dell’acquisto di alimentari fuori da Abbiategrasso. Non è stata la più felice delle scelte, ma almeno che la si spieghi.
6)ci sono decine di negozi ad Abbiategrasso aperti e che svolgono attività di consegna a domicilio. Ci vuole molto, in accordo con Confcommercio, a fare un video quotidiano di 30 secondi del tipo ‘Eccoci qui nel negozio XXX di YYY, che è aperto e fa consegne a domicilio. Grazie signor XXX, abbiatensi sostenere i commercianti locali in questi momenti difficili!’;
7)i volontari, la Protezione Civile, associazioni varie: ci sono almeno 120 persone e una decina di realtà che quotidianamente stanno svolgendo servizi a sostegno della comunità. Una foto notizia quotidiana su sito e social del Comune per dire GRAZIE agli angeli nascosti della città sarebbe efficace. Un vicesindaco come Roberto Albetti, che vanta un rapporto forte col mondo del volontariato cattolico, è una risorsa preziosissima. Al momento, del tutto ‘inutilizzata’;
8)cominciare, sin da ora, a organizzare SUBITO una Festa del tipo GRAZIE ABBIATEGRASSO, ossia un evento (quando la benedetta scienza d’intesa con la politica ce lo consentirà) mediante cui tributare il dovuto omaggio a chi si è speso in prima persona durante l’emergenza Covid.
9) Nai dedichi 3 minuti al giorno (sono sufficienti) a visionare i video messaggi di Melania Trump, sulla pagina Facebook ‘First Lady Melania Trump’. Per quale ragione) Semplicemente perché sono perfetti. Accade di rado.
Ci sarebbe anche un’altra cosa, ossia un rimpasto di giunta. Il 2020 , anche se nessuno fuori dalla politica ci pensa, è l’ultimo anno PIENO per realizzare quello che la giunta di cdx ha promesso ma non ancora fatto. Il 2021 sarà già un anno pre elettorale. E allora servirebbe un ‘gabinetto di guerra’, valorizzando le (poche) risorse che la maggioranza può schierare in attacco. Ma i feedback che ci arrivano dai corridoi della politica ci paiono quelli del fortino che si sente preso d’assalto. La lucidità cala, i consigli vengono visti con malevolenza, i mediocri si fanno scudo della mediocrità e puntano alla conservazione dello status quo. In questa situazione, è del tutto superfluo farsi anche solo l’illusione che cambi qualcosa. Se invece accadesse il contrario, saremo lieti di ravvederci sulla pubblica piazza.
Noi il ‘nostro’ l’abbiamo fatto, e persino gratis et amore Dei. Pussé d’inscì..
Fabrizio Provera
+++AGGIORNAMENTO Mentre stiamo scrivendo, arriva questa nota di Confcommercio Abbiategrasso. Come fosse antani, come se ci avessero letto nella mente..++è
Ogni Comune ha dovuto affrontare la questione(degli aiuti alimentari, NDA) con carattere d’urgenza e ogni comune ha avuto il tempo di organizzarsi, effettuare una manifestazione d’interessi e coinvolgere il comparto commerciale locale, come sarebbe ragionevole aspettarsi da un’Amministrazione.
Abbiategrasso invece no. Abbiategrasso individua un unico fornitore NON LOCALE per mere questioni di praticità. Dopo varie interlocuzioni si conferma la destinazione della cifra per il 50% al fornitore non locale e il restante 50% ai possibili proponenti locali.
Ma qual è il senso di questa decisione? Perché confermare condizioni così impari e discriminanti per le attività locali? Perché una scelta così discordante da quella della maggior parte delle Amministrazioni che hanno sensatamente scelto di supportare il proprio comparto?