Un presepe bellissimo, che scalda i cuori e che ha già fatto innamorare tantissimi cittadini. Il tema è la pace, perché “questo presepe – ha spiegato l’artista incaricato dall’amministrazione comunale, il maestro Fernando De Cillis, che ha messo la sua arte a disposizione della comunità in modo gratuito – è stato pensato per tutti quelli che nel mondo soffrono a causa di una guerra”. E anche per i bambini oncologici, cui saranno donate le offerte raccolte.
Quello che è stato definito “il presepe delle meraviglie” è stato inaugurato lunedì 8 dicembre (lo stesso giorno del concerto “Seguendo la luce” dei “Pura Vida”) ed è allestito al castello di Robecco sul Naviglio, nella biblioteca comunale: è un’opera imponente di 25 metri quadrati, la visita è gratuita e lo spettacolo è imperdibile.
De Cillis ha costruito il presepe con un’antica tecnica del 1600: “Avevo circa 20 anni quando, durante una vacanza a Lecce, vidi un anziano creare delle statuine magnifiche. Me ne innamorai e ‘rubai’ la tecnica, cominciando io stesso a praticarla. Così, nato pittore, mi ritrovai a costruire presepi, utilizzando cartapesta, fil di ferro e spago”. Teste, mani e piedi delle statuine sono in terracotta e vengono messe in forno a mille gradi. Poi vengono incollate con una colla fatta in casa con acqua, farina e verderame, che le protegge da larve e insetti. Alla fine tutto viene colorato a olio. Ci vuole molto tempo, ma il risultato è straordinario: i colori caldi rimangono impressi nell’anima di chi guarda.
Venti statuine facevano già parte del patrimonio dell’artista; altre diciassette sono state create per l’occasione: De Cillis ha lavorato un intero mese. Senza acquistare nulla, perché tutto ciò che si vede è stato realizzato con materiale da riciclo: vecchi oggetti buttati via, recuperati in qualche discarica. “Chi osserva – spiega De Cillis – rimane colpito, ma non sa che sta guardando qualcosa che vede tutti i giorni, però sotto un’altra forma”.
Per realizzare le colonne sono stati usati tubi degli scarichi; i caseggiati sono stati creati con scatole di ferro delle lavatrici; le corde che legano le botti sono quelle utilizzate per appendere il caciocavallo; le ringhiere sono pezzi di gabbie per uccelli. “Buttiamo via un sacco di cose che invece possono essere recuperate e trasformate”, chiosa l’artista.
Il sindaco Fortunata Barni ha dichiarato: “Rivolgo un sentito ringraziamento al presepista per l’arte regalata alla comunità e per averci aiutato a non rinunciare ai nostri valori. In un mondo che spesso smarrisce il senso del Natale, il presepe diventa testimonianza: un segno che parla di luce, di pace, di amore. È la nostra dichiarazione che crediamo in un Dio che si fa carne, che viene a condividere la nostra vita, che ci invita a rinnovare ogni giorno la fiducia in Lui. Allora custodiamo il presepe nelle nostre case e nei nostri cuori: non come semplice tradizione, ma come sorgente di speranza. Ogni volta che lo contempliamo, la nostra fede si rinnova, si rafforza e si fa grande”.
Breve profilo dell’artista
Fernando De Cillis è nato a Foggia il 16 ottobre del 1956. A 19 anni si trasferisce a Milano, dove lavora per le Ferrovie dello Stato e coltiva la sua passione per la pittura, nata quando era bambino. Partecipa e vince numerosi concorsi regionali e nazionali. Giudicato estremamente dotato dai suoi maestri, la povertà e le precarie condizioni economiche della sua famiglia gli impediscono di studiare e trasformare il suo talento in un mestiere. La pittura è ancora oggi la sua grande passione, assieme alla creazione dei presepi con un’antica tecnica del 1600, riutilizzando inoltre vecchi materiali e oggetti buttati via. Dopo aver vissuto a Corbetta, oggi risiede a Robecco sul Naviglio da ormai quindici anni.




















