A Busto Garolfo il ricordo di ‘Albertino’ Marcora

Carlo Borghetti (PD): "Marcora, l'uomo, il partigiano, l'imprenditore che fu Ministro, è ancora attuale nel suo pensiero e nella sua politica".

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Sono 41 anni che Giovanni Marcora, uomo politico e imprenditore agricolo di Inveruno, ci ha lasciato. Un vuoto umano e politico che il ricordo e l’ispirazione ai suoi valori possono però aiutare a colmare. La sua figura è stata ricordata in un convegno nella serata del 15 marzo al Circolo San Giuseppe Busto Garolfo. L’organizzatore Angelo Chiappa nell’introduzione, ringraziando i numerosi intervenuti, segno di una partecipazione molto sentita, ha colto anche l’occasione per ricordare un ‘marcoriano’ doc come Gianni Mainini.

Presidente dell’Associazione Marcora, Mainini ha infatti consentito la trasmissione dalla grande eredità culturale del politico inverunese, coltivandone la memoria e facendone conoscere l’azione nei vari campi. Tra i relatori della serata Bruno Tabacci, che ebbe modo di lavorare a stretto contatto con Marcora, ha ricordato la sua lezione politica: “Nella vita politica, Giovanni ha saputo sempre privilegiare i rapporti umani, anche al di là delle appartenenze partitiche in Parlamento. Questo lo ha portato a saper trovare accordi sempre per il bene comune. Di lui si ricordano in particolare due leggi: la prima legata all’obiezione di coscienza e al servizio civile che ha consentito ai giovani di poter scegliere lo svolgimento di un servizio alternativo a quello militare per la comunità, e la seconda riguardante la legge per il subentro dei lavoratori, con la forma delle cooperative, nelle crisi aziendali. Provvedimenti dal punto di vista legislativo innovativi per la storia del nostro Paese, che testimoniano la capacità di Marcora di saper guardare al pubblico interesse trovando sempre delle soluzioni intelligenti”.
Mariapia Garavaglia si è invece soffermata su Marcora partigiano, un’attività che lo vide particolarmente attivo durante la Resistenza anche nel braccio armato: “Il mitico comandante Albertino (questo il suo nome di battaglia ndr) ci ha lasciato una lezione attuale anche per l’oggi riguardo la Resistenza come elemento fondante della nostra Repubblica e dalla democrazia. Questa è un bene che va difeso giorno per giorno e non da considerarsi acquisito una volta per tutte. Oggi viviamo un’epoca storica che rischia di mettere in pericolo la convivenza pacifica con autocrazie e democrazie finte”. Il figlio Luca Marcora si è naturalmente soffermato sul ritratto del padre come uomo di grandi principi, attaccato alla famiglia, alle radici del proprio territorio e alla sua azienda oltre che al bene del Paese: “Mio padre nel portafogli era solito conservare non solo un documento di sintesi del bilancio dello Stato, ma anche un riepilogo delle scadenze in cui le fattrici della nostra azienda dovevano partorire.

Una grande concretezza che lo ha portato a saper gestire ottimamente la realtà aziendale di famiglia, ma anche a reggere le sorti politiche della comunità di Inveruno in cui è stato più volte eletto sindaco, mantenendo sempre un contatto umano con tutti senza far pesare alcun tipo di gerarchia con gli interlocutori”. Nel suo intervento il Consigliere regionale del Partito Democratico Carlo Borghetti ha sottolineato il richiamo ideale a Giovanni Marcora: “Purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscere di persona Marcora dato che avevo solo 14 anni quando ci ha lasciato, però mi sono sempre ispirato alla sua eredità politica, avendo avuto la fortuna di conoscere agli inizi del mio impegno politico a Rho amici e consiglieri con cui aveva condiviso la sua militanza. Mi riferisco a Roberto Pravettoni, Giorgio Ferrario, Patrizia Toia e Mariapia Garavaglia… Da loro ho imparato lo stile politico di Marcora: presenza sul territorio, costante contatto con gli elettori, impegno serio e competente nelle istituzioni e fedeltà ai propri valori civili e religiosi. La sua lezione politica è ancora attuale. La sua convinzione che l’Italia si giochi il suo destino in Europa è emblematica, dato che l’Italia da sola non può andare da nessuna parte. Già ai suoi tempi Marcora aveva capito, rappresentandoci a livello continentale per le politiche agricole e comunitarie, che solo all’interno di questo quadro per agricoltori e allevatori vi era una reale prospettiva di crescita.

Oggi in un mondo più complesso per la globalizzazione e i mutamenti tecnologici, deve essere ancora più radicata in noi la convinzione che l’Italia possa avere un suo ruolo solo all’interno di un’Europa più forte. Questa sua fedeltà ai valori, il saper interpretare la politica come impegno ma anche con preparazione approfondita per accedere alle cariche pubbliche, mantenendo le proprie radici nel territorio al servizio dei cittadini, è un lascito straordinario. Il cuore di Marcora è sempre rimasto nella sua terra, la testa a Roma ma con lo sguardo rivolto all’Europa per studiare strategie politiche che rivestono ancora una grande attualità”. Al termine dell’incontro i presenti hanno potuto prendere parte ad un momento conviviale, con quello spirito di amicizia e condivisione che sicuramente sarebbe piaciuto anche a Giovanni Marcora.

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