Treni, la “lucida follia” di Massimo Garavaglia e Bobo Maroni ha vinto

In questi giorni, rispettando i 'patti' con i cittadini annunciati nell'estate del 2017 si è conclusa la maxi operazione che ha portato Regione a mettere in servizio 214 nuovi treni. L'allora Assessore all'Economia, oggi Senatore del territorio lo ricorda in un post

Lombardia, treni: completato il pieno rinnovamento della flotta

È giunto in Lombardia da Bologna il 214° nuovo treno destinato ai passeggeri del servizio ferroviario lombardo, un Caravaggio aeroportuale a quattro carrozze. È...

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“C’è un momento in cui le scelte politiche smettono di essere slogan e diventano infrastrutture concrete. Con l’entrata in servizio del 214° treno nuovo si completa, in Lombardia il più grande piano di rinnovo della flotta ferroviaria mai realizzato da una Regione: 1,7 miliardi di euro investiti, tempi rispettati, risultati sotto gli occhi di tutti.

Una rivoluzione avviata anni fa, quando da assessore lombardo scelsi, assieme alla Giunta di allora, di affrontare il problema alla radice, con una operazione di sistema senza precedenti: soluzione definitiva, copertura certa e totale. E una scelta chiara, allora come oggi: “Compriamo i treni. Siamo liberi. Lucida follia”.

Oggi 214 convogli nuovi viaggiano sulle linee lombarde, 14 tratte sono state completamente rinnovate, abbiamo collegamenti aeroportuali moderni, più comfort, più affidabilità, più sostenibilità per quasi un terzo dei pendolari ferroviari italiani. E il percorso continua, con nuovi investimenti già programmati.

Questo risultato nasce anche da una stagione politica fatta di visione e coraggio. Un pensiero affettuoso va a Roberto Maroni, indimenticato Presidente della Lombardia, che volle e sostenne quella scelta strategica. Una Lombardia che decide, investe e realizza: allora come oggi”.

Così Massimo Garavaglia in un post sui social, oggi Senatore della Repubblica dell’est Ticino, nonché presidente della Commissione Finanze, all’epoca dei fatti Assessore all’Economia e Semplificazione di Regione Lombardia, letteralmente il ‘braccio destro’ del compianto Roberto Maroni, ricorda quel passaggio per certi versi storico, che si è concluso proprio in questi giorni.

Era davvero un’altra stagione politica in cui si sapevano prendere anche decisioni forti, radicali, magari solo all’apparenza avventate. Ma questa è la politica che resta. Ma che soprattutto fa quello che deve fare, assumersi la responsabilità di decidere.

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