Come riportato oggi dal Corriere della Sera in un dettagliato articolo firmato da Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio, il “mago delle evasioni” ha colpito ancora. Taulant Toma, 41 anni, albanese, rapinatore e spacciatore con fine pena nel 2048, è riuscito per la quarta volta a fuggire dal carcere, questa volta dal penitenziario di massima sicurezza di Opera, alle porte di Milano.
Secondo la ricostruzione del Corriere, gli agenti della Polizia Penitenziaria, durante il giro di controllo alle 8 del mattino, hanno trovato la sua branda vuota. Nella cella, una sbarra della finestra risultava segata e le lenzuola erano state annodate per calarsi nel cortile: un metodo già utilizzato da Toma in precedenti evasioni. L’uomo avrebbe inoltre costruito un rudimentale “rampino” con pali di scopa e un gancio di ferro per superare il muro di cinta alto sei metri.
Le telecamere lo riprendono mentre si allontana a piedi intorno alle 6.30, senza che scattasse alcun allarme. Approfittando anche della carenza di personale dovuta al periodo festivo, l’evaso avrebbe accumulato oltre un’ora di vantaggio.
La carriera criminale di Toma, ricorda il quotidiano, è segnata da fughe spettacolari: dalla “piramide umana” organizzata dai detenuti in Belgio nel 2013, alla fuga dal carcere di Parma nello stesso anno, fino alla prima evasione nel 2009 dal supercarcere di Terni, sempre segando sbarre e utilizzando lenzuola.
Le ricerche sono in corso, mentre si riapre il dibattito sulle condizioni di sicurezza e organico nelle carceri italiane.



















