Delitto Garlasco: perito, forte traccia Sempio ma impossibile identificazione

E' l'esito dei calcoli biostatistici

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L’esito dei calcoli biostatistici offre un “supporto” da “moderatamente forte” a “forte e moderato” all’ipotesi che Andrea Sempio o “tutti i soggetti imparentati” con lui per via paterna abbiano contribuito alle “tracce” di dna “misti e parziali” sul quinto dito della mano destra e il primo della sinistra di Chiara Poggi ma “l’analisi del cromosoma Y non consente” una “identificazione di un singolo soggetto” e non la consentirebbe nemmeno se i profili genetici sulle dita della 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 fossero “completi, consolidati e attribuibili a una singola fonte”. Così la perita dell’incidente probatorio per il delitto di Garlasco, Denise Albani, nelle conclusioni della perizia depositata ieri alla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli.

La “valutazione” delle tracce genetiche sulle unghie di Chiara Poggi da confrontare con il profilo di Andrea Sempio deve “necessariamente tenere conto” delle “molteplici criticità riscontrate nella disamina degli atti”, delle “limitazioni in termini di conoscenze e applicativi attualmente disponibili nella comunità scientifica internazionale per le valutazioni biostatistiche”. La perita della polizia scientifica, Denise Albani, ne segnala “uno fra tutti” e cioè l’assenza ” di un database che contempli la popolazione locale d’interesse” nella provincia di Pavia, a Garlasco o in Lomellina.

Per il calcolo delle probabilità la perita ha utilizzato il databse YHRD (Y-STR Haplotype Reference Database), il più completo archivio esistente, che a livello mondiale (“Worldwide”) contiene 349.750 profili Y, in Europa occidentale (“Western European Metapopulation”) è composto da 39.150 profili provenienti da cittadini, mentre il database nazionale ‘Italia’ è composto da ‘soli’ 5.638 profili. Un numero – quello della penisola – che era stato ritenuto troppo basso per effettuare analisi statistiche anche dai consulenti dei pm di Pavia Napoleone-Civardi nel loro elaborato del 5 febbraio 2024 in cui invitavano a escludere, inoltre, i dati di “soggetti” provenienti da “altri continenti, molto distanti dal luogo in cui si sono originati i reperti biologici”.

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