Un percorso di riflessione tra le parole e un impegno preciso a sensibilizzare sul rispetto e sulla gentilezza. La Città metropolitana di Milano, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre oggi, 25 novembre, ha voluto dare un messaggio chiaro che parte dall’uso di un linguaggio corretto e rispettoso.
Un viaggio dentro le parole, quelle che feriscono, spesso usate nella quotidianità senza pensarci troppo, ma che lasciano ferite difficili da rimarginare, e quelle che curano, ricuciono i legami e creano un clima di inclusione, rispetto reciproco e benessere anche nel contesto lavorativo.
La violenza, infatti, non è solo quella fisica, che lascia ferite visibili, ma anche quella delle parole, spesso fuori luogo, cariche di pregiudizi, stereotipi, non rispettose dell’altro e dell’altra, che logorano la persona dall’interno e la fanno soffrire, anche se, all’apparenza, non si vedono.
E così la mattinata è iniziata con un gesto simbolico: ogni partecipante ha condiviso, su una lavagna, una parola che l’ha ferito/a e una che, invece, ha percepito come positiva, di cura. Poi la riflessione in sala con gli esperti e quindi un momento finale di ricondivisione alla luce di quanto ascoltato: consapevolezza, rispetto, ascolto e speranza, le parole scelte dal pubblico a chiusura della mattinata.
Un valore, quello dato alle parole, rimarcato già negli interventi istituzionali, guidati da un vero e proprio filo rosso della gentilezza e del rispetto e introdotti da Susanna Galli, Responsabile del Servizio Welfare, terzo settore e pari opportunità.
“Ricordo”, la parola scelta dal vicesindaco Francesco Vassallo, per ricordare le vittime della violenza e rimarcare l’impegno delle istituzioni e di tutte e tutti nel sensibilizzare sul tema, educando le nuove generazioni e supportando, oltre che tutelando, le donne che subiscono violenza.
“Impegno”, il tema evidenziato da Diana De Marchi Consigliera delegata alle Politiche del Lavoro, Politiche Sociali, Pari opportunità Parità, per sottolineare la volontà di guidare ed essere protagonisti di una vera e propria rivoluzione gentile, che parta dal linguaggio, dall’inclusione e dalla parità di genere per sradicare violenza e pregiudizi.
Parità – e non poteva essere diversamente – la parola scelta da Barbara Peres, Consigliera di parità della Città metropolitana Milano, che ha puntato sulla necessità di eliminare il linguaggio discriminatorio, favorendo un clima lavorativo sereno, inclusivo e positivo. Peres ha anche voluto sottolineare l’importanza del segnale di allarme che le donne usano in caso di violenza e di come sia fondamentale riconoscerlo per chiedere aiuto.
“Ascolto” il leitmotiv di Alberto Di Cataldo, Direttore del Dipartimento Risorse Umane e organizzazione, che nell’ente, ha voluto la creazione di un Nucleo d’ascolto ad hoc, proprio per raccogliere le opinioni, le criticità e le proposte, ma anche per favorire un ponte per la consapevolezza e il cambiamento a livello di cultura dell’organizzazione.
Poi la parola agli esperti e alle esperte, che hanno toccato il tema del linguaggio da punti di vista diversi.
Biancamaria Cepollaro, filosofa, docente di Filosofia e teoria dei linguaggi all’Università San Raffaele, ha sottolineato l’importanza di conoscere. Individuare il linguaggio tossico e le parole che fanno male, per poi cancellarle dall’uso quotidiano.
Un punto di vista, quello di questo 25 novembre, che non ha voluto essere solo femminile: Alberto Penna, psicologo e psicoterapeuta della Scuola Mara Selvini Palazzoli, si è focalizzato sulle emozioni maschili, spesso trascurate, e su quando le parole fanno vergognare. La parola che ha guidato il suo intervento, non a caso, è stata comprendere.
Infine, l’opportunità di ricostruire, analizzata da Grazia Ofelia Cesaro, avvocata, esperta in Diritto di famiglia, con un focus sul diritto alla tutela e su quando le parole possono accogliere.
A moderare l’incontro Paola Maria Anelli, giornalista RAI, che ha guidato il confronto, suggerendo riflessioni e pensieri nel pubblico, molto coinvolto emotivamente.
Al termine, i partecipanti hanno potuto assaporare lo spettacolo Musica e parole, dell’Associazione Fusi d’ARTrE, promossa dal CRAL della Città metropolitana di Milano.
Un primo passo di un percorso che accompagnerà con eventi e momenti di formazione sino all’8 marzo, Giornata internazionale della donna, a dimostrazione che l’impegno è continuo e non finalizzato alle sole ricorrenze.




















