Si era nascosto all’interno di un letto a cassettone, nella speranza di non essere trovato, il 35enne originario del Gambia arrestato a Gallarate (Varese) con l’accusa di violenza sessuale aggravata e lesioni personali aggravate, dopo la brutale aggressione avvenuta ieri alle prime luci dell’alba nel quartiere Cajello.
L’escamotage, però, non ha funzionato: i carabinieri, dopo aver fatto irruzione nell’abitazione, sono riusciti a scovarlo nonostante il tentativo di nascondersi. L’uomo indossava ancora gli stessi abiti ripresi dalle telecamere di sorveglianza della zona, dettaglio che ha confermato la sua identificazione. Subito dopo la cattura, è stato condotto nella caserma di Largo Verrotti.
Durante le ricerche, i militari hanno rinvenuto anche il telefono cellulare della vittima, trovato in una proprietà privata lungo la via di fuga dell’aggressore, non lontano dalla sua abitazione. Anche il cellulare dell’uomo, perso durante la colluttazione, è stato recuperato e sequestrato.
La vittima, una donna che stava andando al lavoro, è stata soccorsa da un passante e trasportata all’Ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate, dove le è stata diagnosticata una prognosi iniziale di 20 giorni. Grazie ai rilievi della polizia scientifica, i carabinieri sono riusciti a ricostruire nel dettaglio le fasi dell’aggressione: l’uomo l’avrebbe sorpresa alle spalle mentre camminava sul marciapiede, colpendola e malmenandola con violenza, per poi trascinarla dietro le siepi di un’aiuola in un parcheggio pubblico, dove si sarebbe consumata la violenza sessuale.
Terminata l’aggressione, l’uomo è fuggito a piedi, portando con sé il telefono della donna. Decisive, per la sua identificazione, sono state le testimonianze raccolte e l’analisi capillare delle immagini delle videocamere di sorveglianza pubbliche e private presenti nella zona, che hanno permesso agli investigatori di ricostruire il percorso di fuga e individuare l’abitazione del sospettato, dove è scattato l’arresto.




















