Agricoltore 43enne muore schiacciato a Brescia dal trattore. Federacma: “Tragedia evitabile, servono revisione e cinture di sicurezza”

E' successo ieri mattina

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Un’altra morte sul lavoro, ancora una volta sotto un trattore. È accaduto ieri mattina nelle campagne del Bresciano, dove un uomo di 43 anni, originario del Ghana e da oltre quindici anni dipendente di un’azienda agricola di Ome, ha perso la vita dopo essere stato travolto dal mezzo agricolo che stava manovrando. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo sarebbe morto all’istante, schiacciato dal peso del trattore.

Federacma – la Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio – esprime cordoglio per la tragedia e rilancia l’allarme sulla sicurezza dei mezzi agricoli e sulla mancata attuazione della revisione obbligatoria.

“Una cintura di sicurezza allacciata, un rollbar funzionante, una manutenzione regolare: spesso bastano questi tre elementi per salvare una vita – dichiara il presidente di Federacma, Andrea Borio –. E invece ci troviamo, ancora una volta, a piangere un lavoratore travolto dal trattore che guidava. È una tragedia che si ripete e che può essere evitata”.

Secondo i dati INAIL, il ribaltamento dei trattori causa circa 100 morti l’anno in agricoltura. In Lombardia, casi simili si sono verificati solo negli ultimi mesi a Gazzuolo (Mantova) il 22 luglio, con la morte di un 74enne, e a Cortenuova (Bergamo) il 14 giugno, vittima un 79enne. Ora si aggiunge la vita spezzata di un lavoratore di 43 anni, esperto, con alle spalle anni di esperienza.

“Finché lo Stato non renderà effettiva la revisione obbligatoria dei mezzi, prevista per legge ma ancora inapplicata – prosegue Borio – continueremo ad assistere a queste tragedie. E se non si diffonde una cultura della sicurezza che imponga l’uso della cintura anche nei campi, continueremo a raccogliere storie di morte anziché raccolti”.

Federacma rinnova l’appello al Governo affinché si sblocchi l’iter fermo da dieci anni e si dia piena attuazione al sistema di controllo e manutenzione dei mezzi agricoli. “La sicurezza non può essere una scelta facoltativa – conclude Borio –. È un dovere collettivo. E ogni giorno perso significa una vita in più a rischio”.

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