Magenta ricorda i bambini vittime di tutte le guerre leggendo i loro nomi

Un momento di riflessione voluto da San Vincenzo, gruppo lettura Rossomagenta e Non di solo pane.

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San Vincenzo, Gruppo Lettura Rossomagenta e Non di Solo Pane hanno invitato tutti a un momento di riflessione oggi, giorno di San Martino, patrono di Magenta, davanti al Palazzo comunale di piazza Formenti. Un momento di raccoglimento e memoria per leggere i nomi dei bambini vittime della guerra, siano essi israeliani o palestinesi. Un gesto semplice, ma profondo, per non rimanere in silenzio di fronte al dolore. Oggi nel mondo sono in corso 59 conflitti. Oggi li ricordiamo tutti, senza distinzioni: bambini che avrebbero solo voluto ridere, giocare e andare a scuola. Che non sanno odiare. “Li ricordiamo leggendo i loro nomi, semplicemente per non restare indifferenti”, hanno detto. Dalla lettera inviata alla diocesi dal Patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, risuonano parole che invitano alla riflessione: “Non sappiamo se questa guerra finirà, ma sappiamo che il conflitto continuerà ancora, perché le cause profonde che lo alimentano sono ancora tutte da affrontare”.

Una tragedia umana che avrà bisogno di tempo per rimarginarsi: la fine della guerra non segnerà automaticamente l’inizio della pace, ma sarà solo il primo passo per costruirla. Anche l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, durante una simile manifestazione nel capoluogo lombardo, ha espresso pensieri toccanti: “Che faranno questi bambini condannati a morte dall’assurdità della guerra? Chiederanno: cosa vale la pena di fare, per cosa vale la pena di vivere? Rispondete, uomini e donne che ancora siete sulla terra. Io credo che questi bambini siano adesso angeli che sussurrano parole buone ai loro genitori per consolarli, che rimproverano i loro assassini, che parlano a tutti per dire che un mondo diverso è possibile.”,E noi siamo qui oggi perché crediamo davvero che un mondo diverso sia possibile, e che ciascuno possa fare la propria parte per difendere i diritti dei bambini e dei più deboli.

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