“Non si può andare avanti così.” Con queste parole, il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, Carlo Borghetti, commenta i dati diffusi dall’Istat sulle difficoltà crescenti di accesso alle cure in Italia.
Secondo il rapporto, nel 2024 il 9,9% degli italiani ha dichiarato di aver rinunciato a curarsi a causa delle liste d’attesa troppo lunghe, delle difficoltà economiche o della scomodità delle strutture sanitarie. Si tratta di quasi 6 milioni di persone, un dato in forte aumento rispetto ai 4,5 milioni dell’anno precedente.
Lombardia nel pieno del trend negativo
Anche la Lombardia rientra pienamente in questo quadro preoccupante, seguendo — e in alcuni casi superando — il trend negativo nazionale. «La nostra regione non è un’isola felice — sottolinea Borghetti — e i cittadini lombardi risentono come gli altri dei disservizi e dei ritardi legati al sottofinanziamento del sistema pubblico.»
Spesa privata in crescita, sanità pubblica in affanno
Il rapporto evidenzia inoltre un aumento significativo della spesa sanitaria “di tasca propria”: nel 2024 le famiglie italiane hanno speso 41,3 miliardi di euro, pari al 22,3% della spesa sanitaria complessiva.
Un peso crescente per i bilanci familiari, mentre il finanziamento pubblico del Servizio Sanitario Nazionale continua a restare al di sotto dei livelli necessari.
“Le assicurazioni non sono la soluzione”
Borghetti punta il dito contro l’idea di affidarsi sempre più alle assicurazioni private:
«Chi, al Governo nazionale o regionale, pensa che le assicurazioni siano la soluzione si sbaglia di grosso. Così si mina il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, che deve essere garantito a tutti, non solo a chi può permetterselo.»
Un richiamo forte, quello del vicepresidente lombardo, che invita a invertire la rotta: investire sul rafforzamento del sistema sanitario pubblico e ridurre le disuguaglianze di accesso alle cure, prima che diventino irreversibili.






















