Sequestri di beni e immobili per un valore pari a 3 milioni di euro, a carico di un 50enne legato al clan calabrese Mancuso di Limbadi. Questo il risultato di una approfondita attività di indagine patrimoniale svolta dai carabinieri del nucleo
investigativo di Milano e della sezione di polizia giudiziaria pressonla locale procura, in esito all’indagine ‘Old Irons’, condotta dai militari del nucleo investigativo, sotto il coordinamento dellamnDirezione distrettuale antimafia di Milano. A dare esecuzione almdecreto di sequestro propedeutico alla confisca, emesso lo scorso 7mottobre dal tribunale di Milano-sezione autonoma misure di prevenzione
su proposta della Dda, i carabinieri del comando provinciale di Milano.
L’operazione aveva già portato all’arresto di 12 soggetti italiani,
ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per
delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti,
detenzione illegale di armi da fuoco, usura, ricettazione, falsità
ideologica commessa dal privato in atto pubblico, emissione di fatture
per operazioni inesistenti, associazione per delinquere finalizzata
alla commissione di reati di natura fiscale quali intestazioni
fittizie di beni immobili e quote societarie, riciclaggio e
autoriciclaggio, operanti nelle province di Milano, Monza e Brianza e
Vibo Valentia.
Il 50enne, pluripregiudicato e attualmente detenuto, era a capo di
un’associazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti
e finalizzata alla commissione di reati di natura fiscale. In
particolare, è stato accertato che operava reinvestendo i proventi
illeciti, derivanti soprattutto dai traffici di droga, in altre
attività apparentemente lecite, intestandole a dei prestanome. Gli
accertamenti di natura patrimoniale hanno tuttavia consentito di
dimostrare la rilevante sperequazione economica tra i redditi leciti
che l’uomo dichiarava rispetto al suo tenore di vita e al valore dei
beni (mobili, immobili e finanziari) di cui lo stesso risultata
titolare o di cui ha la concreta disponibilità, nonché concreti
elementi che delineano in maniera chiara l’esistenza di diversi
prestanome, incaricati di occuparsi della gestione di parte del
patrimonio finanziario riconducibile al proposto, frutto di attività
delittuose.
A finire sotto sequestro, quindi, sono stati un
bar-tabaccheria, un distributore di carburante con annesso
autolavaggio, conti correnti e depositi bancari di denaro contante, 2
appartamenti, 15 autorimesse e 15 terreni edificabili, 8 orologi di
lusso, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro.





















