Garlasco, Savu temeva di “fare la fine di Chiara Poggi”

Lo rivela una lettera del nipote pubblicata da “Il Tempo”

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Flavius Savu aveva paura di “fare la fine di Chiara Poggi” se fosse tornato in Italia. Per questo, dopo la condanna per ricatti economici a sfondo sessuale legati al santuario della Bozzola, si era dato alla fuga. A rivelarlo è il nipote, Cleo Kolundra Stefanescu, anche lui detenuto a Pavia, in una lettera inviata al quotidiano Il Tempo.

L’estorsione contestata a Savu – vicenda finita tra le piste del caso Garlasco – gli è costata una condanna a cinque anni. L’uomo, latitante fino a un mese fa in Svizzera, è stato poi estradato in Italia e ora si trova nel carcere di Torre del Gallo di Pavia, nella stessa cella del nipote.

Sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, per il quale Alberto Stasi è stato condannato in via definitiva, è aperto un nuovo filone d’inchiesta: indagato Andrea Sempio per omicidio in concorso.

Secondo quanto riportato da Il Tempo, il nipote di Savu scrive che “un maresciallo dei carabinieri intimò allo zio di non avvicinarsi più al Santuario e di non mettere piede a Garlasco”, ricordando anche che “già nel 2006 don Cervio aveva denunciato gli scandali a sfondo sessuale che avvenivano al Santuario”.

Nella lettera si legge inoltre un passaggio emblematico: “Un giorno, per curiosità, chiesi a mio zio quanti soldi fosse riuscito a ottenere da don Gregorio, e lui mi rispose: ‘Con tutti i soldi che girano al Santuario, non ho preso nemmeno le briciole!’”.

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