Alle finali mondiali di Triathlon alle Hawaii, la magentina Daniela Ferrari ha tagliato il traguardo

“Non è da tutti essere lì, né finire la gara. Per me era un sogno e il sogno si è avverato”. Parla l’atleta della ARC Pro Patria di Busto Arsizio che da circa vent’anni porta avanti la sua passione.

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Dodici ore di fuso orario per andare dall’altra parte del mondo, obiettivo il secondo Ironman in un anno, la finale dell’11 ottobre. Stanca ma soddisfatta, Daniela Ferrari è appena tornata da Kona, alle Hawaii, nella terra e nel mare dove il Triathlon ha avuto origine.

Circa 1700 le atlete iscritte e Daniela si è piazzata 92^ su 208 partecipanti della sua categoria (F50/54). “Il livello era altissimo: le prime dieci della mia categoria erano imprendibili, hanno terminato sotto le dieci ore. Io mi ero posta l’obiettivo di stare sotto le 13 ore e ho fatto la gara in 12h 50’” e il pensiero va al personal coach, Ivan Pelizzari, allenatore atleta.

“L’Ironman più faticoso della mia vita – ma questo lo aveva detto anche per la gara prima dell’estate, perché non si sentiva al cento per cento, e certamente non sono prove da sottovalutare -, questa volta perché le difficoltà sono arrivate dal “vento caldo, le temperature e l’umido; anche il percorso di corsa e bici è stato impegnativo perché era su una tangenziale di asfalto e pietra lavica, mentre il mare era mosso”.

Ricordiamo che gli atleti di triathlon devono affrontare 3,8 km di nuoto, infine 180 km in bicicletta e 42 km di corsa. Impagabile poi l’emozione dell’arrivo, dove c’erano il marito Claudio con cui spesso si allena e Viola, un’amica che ci teneva molto a farle da supporter.

Dopo la gara però, Daniela ha sfruttato l’occasione per andare anche in giro da turista per le isole del Pacifico: “Mi sono portata a casa il desiderio di tornare, è un paradiso da visitare tutto”. Magari senza l’ansia della bicicletta, che, sia all’andata che al ritorno per i controlli antidroga effettuati , è arrivata in ritardo.
“Questa volta, oltre a mia mamma Maria Teresa, recentemente scomparsa, devo dire grazie a mia zia Mariuccia: loro mi hanno permesso di sostenere le spese della finale”.
Ora per Daniela si potrebbe prospettare una pausa da queste super gare, ma il cuore guarda già a Cervia, dove a metà settembre 2026 ci sarà il mezzo Ironman 70.3 “Si fa molta fatica, ma vince la passione”.

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