L’Intelligenza Artificiale (IA) non è più un fenomeno di nicchia nelle scuole secondarie della Lombardia. Un’indagine condotta da Ipsos per l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, con il sostegno di Fondazione Cariplo, evidenzia come gli adolescenti siano già attivamente impegnati nell’uso quotidiano di strumenti di IA generativa come supporto allo studio.
Un uso frequente, soprattutto tra i più grandi In Lombardia, i dati parlano chiaro: uno studente su cinque utilizza regolarmente l’Intelligenza Artificiale per motivi scolastici. Questa percentuale è particolarmente elevata tra i ragazzi più grandi, raggiungendo il 29% nella fascia d’età dai 17 ai 19 anni. L’IA viene impiegata principalmente per facilitare la comprensione dei contenuti (61%) e il suo uso è ritenuto legittimo per la gestione di periodi di studio intenso (56%). Il livello di soddisfazione complessivo per l’utilizzo dell’IA arriva all’86%, con il 47% degli intervistati che si dichiara “molto soddisfatto”.
La richiesta di regole e formazione Nonostante l’entusiasmo, gli studenti lamentano la mancanza di un quadro normativo chiaro e chiedono maggiore supporto:
Il 68% degli studenti richiede una formazione adeguata sull’uso dell’IA.
Il 77% vorrebbe che la propria scuola fornisse delle linee guida ufficiali per un utilizzo corretto in classe.
Attualmente, solo il 41% degli studenti dichiara di avere un accordo chiaro e condiviso con i propri docenti riguardo all’uso dell’Intelligenza Artificiale, mentre il 19% afferma di utilizzarla liberamente senza alcuna restrizione.
I dati dell’Osservatorio Giovani sono stati presentati in occasione della terza edizione di ‘Parole a Scuola’, una giornata di formazione organizzata da Parole O_Stili (associazione impegnata nella promozione di una comunicazione non ostile), l’Università Cattolica e l’Istituto Giuseppe Toniolo.
Le voci degli esperti Rosy Russo, presidente di Parole O_Stili, ha commentato i risultati sottolineando l’urgenza di agire: “I risultati parlano chiaro: gli studenti usano già l’intelligenza artificiale con o senza regole condivise in classe. Serve un’alfabetizzazione digitale che aiuti a comprendere questi strumenti, a riconoscerne i limiti e a riflettere sul loro impatto etico”.
Sulla stessa linea si è espresso Fabio Introini, professore associato di Sociologia alla Cattolica e membro dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, che ha evidenziato la responsabilità della scuola: “È particolarmente significativo che un elevato numero di rispondenti affermi che sull’uso dell’IA non ci siano stati ancora discussioni o accordi tra loro e gli insegnanti sul suo corretto impiego. I nostri adolescenti dimostrano comunque di porsi entro un orizzonte di domande che sono anche etiche e chiedono punti di riferimento ai loro insegnanti e alla scuola”.