Un momento significativo e necessario “per chiarire senza mezzi termini l’immagine di questa Scuola”, afferma il dirigente scolastico, Felice Cimmino, introducendo l’incontro al ‘Bramante’ con l’ Associazione Nazionale Bersaglieri, rappresentata dal presidente Roberto Grassi e Claudio Viviani della sezione magentina e, in veste di ‘professore’, dal gen. Antonio Pennino. Quarant’anni – 41 per la precisione – di servizio nell’esercito italiano. Un’esperienza, la sua, lunga, autorevole e appassionata, in ambito operativo, logistico e formativo.
Un’ iniziativa, “ fortemente voluta” da Cimmino con l’approvazione a larga maggioranza del Collegio Docenti, quella concretizzatasi lo scorso venerdì 26 settembre. Un incontro per smontare il ritratto “ inaccettabile di una Scuola che chiude le porte in faccia ai Bersaglieri e per ribadire con i fatti – la loro presenza, oggi in questo contesto – che il ‘Bramante’ è un luogo che non rinuncia a priori al confronto, al dialogo, alla conoscenza di altre realtà, nel caso particolare di una realtà popolare quale è l’Ass. Naz. Ber. che una storia locale, nazionale e non solo”, asserisce il dirigente.
La risonanza mediatica della vicenda dei mesi di maggio e giugno (TN ne ha scritto) esigeva una spiegazione precisa da parte di chi presiede un Istituto “dove si vogliono formare teste pensanti”, disposte al raffronto, all’ascolto di altre idee e opinioni, teste libere e capaci di rielaborare personalmente, “ampliando le proprie convinzioni o mantenendole serenamente”.
Di fronte a Cimmino e ai Bersaglieri una platea composta dagli allievi delle classi quinte che avendo studiato in modo più completo la Storia possono avere maggior contezza di quanto illustra Claudio Viviani. E questi corre – d’altra parte i bersaglieri corrono – narrando quella del corpo militare dalla fondazione ad oggi. Quasi due secoli di vita. Viviani cita tutte le imprese compiute dalla prima metà dell’Ottocento, dalla guerra di Crimea a seguire. Imprese belliche, tante, ma anche impegno in campo civile per la sicurezza del territorio e in aiuto alle popolazioni colpite da calamità naturali. Ricorda inoltre le missioni di pace: la prima nel 1982 in Libano per arrivare alle quaranta in cui oggi sono presenti i fanti piumati. Un intervento conciso, intenso, concluso con un appello: “I Bersaglieri hanno bisogno che vi innamoriate delle loro piume (che sono sintetiche, non più di struzzo)”.
Po il microfono passa al professor Pennino che intrattiene la platea per un po’ più dei 45 minuti da lui programmati. Abbiamo verificato: la durata di attenzione di un ragazzo dell’età dei presenti è circa quella, bisogna dare fiducia ai giovani, con l’augurio che abbiano colto quanto esposto dal relatore, attraverso esempi semplici ed efficaci, nella rilettura e attualizzazione dei punti del contestato decalogo di comportamento del Bersagliere, vergato nel 1836.
Non dobbiamo forse rispetto alle persone (femminicidi, bullismo, omofobia etc. dicono qualcosa? ndr), alle cose, “a quest’aula, alle culture di altri Paesi”? Non dobbiamo forse conoscere gli strumenti che abbiamo a disposizione per svolgere il nostro lavoro? “Quelli sono le nostre ‘armi’”, chiosa Pennino. Curare il nostro fisico, la nostra salute? E il valore dell’amicizia? “Un amico non si abbandona mai”, dice e ribadisce a un pubblico nel merito un po’ tiepido.
Impegno e sacrificio? Eccoli lì, proiettati sulla parete dell’aula magna, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, il mondo sportivo insegna, il paragone è calzante. Quindi l’immagine di Julio Velasco il grande motivatore, artefice dei successi del volley italiano maschile e femminile. Arriviamo all’ultima voce del decalogo: “Fiducia in se stessi fino alla presunzione”. Fiducia in noi, conoscenza di noi. Sul tempio di Delfi era scritto “Conosci te stesso”. Un richiamo all’umiltà, alla consapevolezza dei nostri limiti, dunque quel “fino – precisa Pennino – indica il termine oltre il quale non si va, la presunzione è esclusa”. In un ulteriore passaggio del proprio intervento il generale/professore osserva come l’evoluzione tecnologica abbia camminato insieme ai Bersaglieri che, “dalla corsa a piedi, alla bici, alla motocicletta, guardano sempre avanti, per questo rappresentano i giovani”.
E l’ASS. Naz. Ber. “pensa a giovani”. Pennino cita il ‘Progetto per i giovani’, un campo annuo di 12 gg durante il quale i partecipanti acquisiscono tre brevetti: un primo livello di pronto soccorso, uno di antincendio e uno di volontario della Protezione Civile.
Quando tocca alla platea, interventi pochi e timidi, si parla stando rigorosamente seduti. “Qualcuno di voi vorrebbe diventare bersagliere aveva chiesto Viviani?” A microfoni spenti un ragazzo gli si avvicina per chiedere informazioni: sì, gli piacerebbe. Cerchiamo di fermarne qualche liceale per un riscontro sull’iniziativa . “E’stato interessante”. C’è, però, chi arriccia un poco il nasino a proposito del dovuto “Onore al Capo dello Stato”. Attualizzando: povero Mattarella!!! Aveva già fatto i bagagli e gli è toccato il secondo mandato, accettato con spirito di servizio e sacrificio, con obbedienza alla propria coscienza civile e per amor di Patria (suona arcaico? tant’è) e, ci pare, nel complesso in linea con i principi del decalogo.
Soddisfatto il Preside, grato il presidente Roberto Grassi per l’opportunità offerta all’Associazione e di ritornare nella Scuola.
Franca Galeazzi