Villa Colombo , vicina alla linea ferroviaria nella zona nord di Magenta, è uno dei monumenti più interessanti della città e, forse, ancora oggi poco valorizzato. In quel villino liberty visse Emilio Colombo con la moglie Regina. Una Villa circondata da un bellissimo parco, poco o per nulla visitato. Ben poco si sa del passato di quel monumento storico di una Magenta che appartiene al passato. Eppure c’è una testimone di quei tempi che Francesco Bigogno ha rintracciato. Era una bimba quando frequentava la villa con la mamma. E’ Consuelo Busti, la titolare della storica scuola di danza di via Garibaldi. “Non ho vissuto fisicamente in questa villa, venivo con mia madre perché faceva la première in una sartoria milanese per la signora Regina Stoppa a Montenapoleone. Era una sarta rinomata che serviva le casate nobiliari, quella che oggi definiamo una grande stilista. Fu così che la signora Regina incontrò mia madre, erano gli anni ‘67, ‘68”.
Regina sposò Emilio Colombo, primo violino alla Scala. Colui che a 19 anni suonò per lo Zar Nicola II in Russia ed ebbe una carriera incredibile. Un musicista che ha viaggiato tantissimo in un’epoca in cui viaggiare era un lusso riservato a pochi e che quando tornava a Magenta organizzava feste in quella villa. Forse in pochi sanno che a Magenta passarono la figlia di Arturo Toscanini, Maria Callas con il marito e personaggi di grandissimi spessore. Consuelo in quel periodo girava tutta la villa come farebbe qualsiasi bambino. I ricordi riaffiorano. C’erano le finestre che aprivano sul parco della villa, scalini ora sostituiti, la limonaia, mobili, arredi ovunque e due violini Stradivari, le camere nel piano nobiliare. E’ una grande emozione per Consuelo tornare nella villa e vedere i restauri fatti definiti da lei stessa “non conservativi”.
Un villino liberty snaturato con il passare degli anni in quella che era la sua essenza. Oggi punto di riferimento per le associazioni e per attività di vario tipo. In mezzo un periodo buio che ha portato a parecchi danni. Ascoltiamo il video e quanto racconta Consuelo, storie probabilmente sconosciute alla maggior parte dei magentini.