Pavia, 700 profilattici per i detenuti ‘motivi terapeutici’. Il Sappe: ‘Una barzelletta’

La provocatoria risposta del Sindacato di Polizia Penitenziaria: "Sono queste le priorità a Torre del Gallo? A quando le bambole gonfiabili?"

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Il provvedimento è del febbraio 2025 ma non è stato portato a conoscenza ai Sindacati che solamente oggi, incidentalmente, ne hanno avuto la notizia: la Casa circondariale di Pavia, con un provvedimento della direttrice Stefania Musso, ha disposto l’acquisto e la consegna di 720 preservativi ai detenuti, motivando il suo ordine di servizio interno come misura a carattere “terapeutico”.

“Non credo proprio siano queste le priorità nel carcere di Torre del Gallo”, tuona Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che usa l’arma dell’ironia per contestare una decisione che sta sollevando interrogativi non solo sulle finalità mediche, ma anche sul tema della sessualità dietro le sbarre e sulla prevenzione dei rischi sanitari: “ora ci aspettiamo che la Direzione del carcere preveda l’acquisto di bambole gonfiabili per soddisfare il diritto della sessualità dei reclusi. Il carcere, a Pavia, ha mille criticità ma per il direttore è prioritario comprare con i soldi pubblici dei preservativi che non è ancora chiaro a chi darli e perché”, aggiunge il sindacalista. “Siamo davvero al carcere alla rovescia”, commenta ancora: “tra maggio ed agosto ci sono state a Pavia, Torre del Gallo, 18 poliziotti aggrediti, 74 detenuti denunciati per minacce, ingiurie, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale ed una manifestazione collettiva di protesta con il rifiuto di molti detenuti di rientrare in cella, se non dopo una lunga opera di mediazione della Polizia Penitenziaria e la priorità, per la direzione del carcere, è comprare i profilattici ai detenuti?
Perché, con questi soldi, non alzano il livello della qualità del vitto delle mense di servizio degli Agenti, non realizzano progetti e strutture per il benessere dei poliziotti utili a superare il costante e continuo stress lavorativo dovuto a pesanti turni di servizio in sezioni sovraffollate di detenuti con sempre maggiori, variegate e diffuse criticità? Perché non comprano strumenti a garantire la loro incolumità fisica, visto che facciamo servizio nelle sezioni completamente disarmati?”.

Da qui l’invito del SAPPE ai vertici politici ed amministrativi del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria, nazionale e regionale affinché dispongano urgenti accertamenti ispettivi dopo l’estemporanea (“e a nostro avviso arbitraria”) iniziativa del direttore del carcere di Pavia.

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