Novara: furti in magazzino Versace per rivendere merce, 9 misure cautelari

Danno da 2 milioni di euro

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Ieri mattina, la Polizia di Stato di Novara ha eseguito 9 misure cautelari a carico di altrettanti soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato, riciclaggio e autoriciclaggio ai danni di una nota casa di moda (Gianni Versace), che ha base logistica e sede operativa a Novara, con un danno stimato al brand di almeno 2 milioni di euro.Già nell’aprile 2024 il responsabile della sicurezza della casa di moda si era presentato in questura lamentando la sparizione di numerosi articoli dal deposito di via Fermi a Novara, dove transitano tutti i capi prodotti prima di essere inviati ai retails sparsi nel mondo.

In particolare aveva riferito agli agenti che già nell’agosto 2023 alcuni operatori di magazzino si erano accorti dell’assenza di alcuni articoli di vestiario. Una dipendente poi, navigando su una piattaforma online di vendite si era insospettita trovando in vendita numerosi nuovi articoli tutti riconducibili a un noto brand non ancora distribuiti nei punti vendita ufficiali e prodotti ‘prototipo’ a un prezzo di almeno 50% inferiore a quello di listino.Le indagini della Squadra mobile hanno permesso di individuare tre italiani di 52, 34 e 26 anni residenti in provincia, incensurati, dipendenti della multinazionale della logistica ‘GXO logistics’.

L’azienda era dotata di personale autonomo e autorizzato in via esclusiva ad accedere all’interno del magazzino e preposto a sigillare i colli con un nastro brandizzato. Per i tre è scattato l’obbligo di dimora nel comune di abituale residenza, con divieto di uscita nelle ore notturne e di allontanamento. I tre sono soggetti anche all’obbligo di firma 3 volte alla settimana.

I tre uomini, mentre si trovavano all’interno del magazzino, avrebbero sottratto vari articoli in transito consegnandoli a un soggetto esterno, ritenuto il capo dell’associazione, cittadino italiano originario del Kosovo, di 28 anni e residente in provincia di Novara, con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio e destinatario della misura cautelare della custodia in carcere, che si sarebbe occupato di rivenderli tramite note piattaforme di vendite online.

Per la sua attività di rivendita, si sarebbe avvalso della collaborazione della madre, cittadina italiana originaria del Kosovo di 49 anni e della compagna, novarese di 30 anni con precedenti per lesioni e favoreggiamento, entrambe residenti in provincia, alle quali è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di dimora e il divieto di utilizzo di tutti gli account attivi sulle piattaforme di vendita online. In particolare la madre avrebbe controllato il deposito dove veniva custodita la merce sottratta in attesa della vendita; mentre la compagna lo avrebbe aiutato nella gestione della spedizione.

L’uomo si sarebbe avvalso acnhe della collaborazione di una donna ecuadoriana di 29 anni residente in provincia, che gli avrebbe consentito di utilizzare il proprio indirizzo e-mail per la creazione di almeno un account sulle piattaforme di vendita online. Anche per lei è scattato l’obbligo di firma con il divieto di utilizzo di tutti gli account attivi sulle piattaforme di vendita online per il reato di favoreggiamento.

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