Nuova mostra in Galleria Magenta con Ernesto Angelo Ubertiello

L'esposizione verrà inaugurata sabato 27 settembre alle 17.00, con un introduzione di Micaele Mander che ha scritto il testo critico di accompagnamento alla mostra.

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La stagione espositiva di Galleria Magenta inaugura con una mostra di oltre 30 opere inedite una nuova fase di ricerca dell’artista Ernesto Angelo Ubertiello (San Severo, 1957).

Per la prima volta l’autore, legato alla galleria da un rapporto di lungo corso, presenta al pubblico un corpus di opere concepite e realizzate appositamente per lo spazio espositivo: una nuova tappa del suo percorso artistico, a cui ha dedicato nell’ultimo paio di anni un lavoro intenso e meticoloso, sfidando sé stesso e i confini della pittura.

Resta sempre la natura il centro dell’indagine di Ubertiello. La stessa natura che gli ha insegnato e comunicato in tanti anni di lavoro, l’ha portato a rivedere il proprio processo creativo, a rimettersi in gioco, allargando la tavolozza cromatica a una gamma di colori finora inesplorati, capaci di trasportare nel sogno, nella dimensione immaginativa, verso la possibilità di un “oltre” al di là della tela. I paesaggi a lui cari delle pianure brumose, delle radure silenziose e dei boschi colmi di una quiete immobile, si accendono di nuovi soffi di vita e di sogno grazie a una nuova luce che si posa sui soggetti, che apre varchi di colore in cui il ricordo si interseca alla suggestione delle emozioni.

La pittura realistica fin nei più sottili dettagli, cifra stilistica dell’autore, in questo nuovo ciclo di opere diventa motore di incanto.

Come afferma la storica dell’arte Micaela Mander nel testo critico che accompagna la mostra: “Eccoci di fronte ai quadri qui esposti, in cui la ricerca è quella di un riflesso, di una sfumatura, di un ricordo che emerga e lo riporti all’infanzia, al trascorrere del tempo, soprattutto al senso della vita. Non più esclusivamente nel senso di pittura di memoria come i quadri quasi monocromatici del decennio precedente, (marroni, o bianchi con varie sfumature – i quadri della neve dell’infanzia): ora il ricordo è più nell’evocazione di un sentimento che sfocia dall’esplosione dei colori, e nella luce che brucia i dettagli, con la sua suggestiva sfumatura al centro delle opere. Il colore è evocativo dell’irrealtà della realtà sulla tela”.

Il titolo della mostra “L’ALBERO È L’UOMO CHE VORREI ESSERE” è tratto da una frase pronunciata dall’artista stesso che vorrebbe ispirarsi a questo elemento naturale bello, forte, importante, che può portare vita, che può proteggere. Quell’albero che è sempre stato ed è tutt’ora protagonista delle sue tele, non è quindi che l’artista stesso che si offre allo spettatore in tutta la sua autenticità. Ed è proprio chi guarda le tele che Ubertiello chiama a partecipare interpretando le sfumature e le suggestioni, invitando con leggerezza a reinterpretare la realtà con gli occhi dell’immaginazione e della speranza, attraverso una tecnica pittorica puntuale e rigorosa, ma che in questa nuova fase concede a sé stessa e agli altri di emozionarsi e di riscoprire la propria anima fanciulla.

Come dice Ubertiello, infatti: “La pittura non è il fine, è un mezzo per comunicare col mondo, un tramite tra il mondo interiore e quello esteriore. Dove parcheggiare l’anima”.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al prossimo 22 novembre, con i seguenti orari:
da martedì a sabato 9.30-12.30 / 15.30-18.30

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