Salute. Natalità in calo inarrestabile, gravidanze sempre più tardive

Con il 20% di gravidanze oltre i 40 anni e rischi in aumento per madri e bambini, il professor Pilu rilancia l’importanza di accompagnare le coppie con consapevolezza. «Il 3% dei neonati presenta una malformazione congenita, spesso gestibile se diagnosticata in tempo.

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Il professor Gianluigi Pilu, 68 anni, tra i più autorevoli ginecologi e ostetrici italiani, torna a tempo pieno a Next Fertility GynePro di Bologna.

Per decenni ha legato la sua carriera all’università di Bologna, dove è docente ordinario, e al Sant’Orsola, dove è stato direttore della Clinica ostetrica e del Dipartimento materno-infantile “Ospedale della donna e del bambino”. Oggi, dopo aver scelto di anticipare il pensionamento per lasciare spazio alle nuove generazioni, ha deciso di dedicarsi interamente all’attività clinica a fianco delle coppie seguite da Next Fertility GynePro.

«Non ho mai davvero lasciato questa struttura -racconta-. Ho sempre collaborato, anche nei periodi in cui i miei incarichi ospedalieri non mi consentivano una presenza costante. Ora però posso dedicarmi con continuità a ciò che considero da sempre il mio lavoro quotidiano: la cura della gravidanza e la gestione delle sue complicazioni».

Il suo ritorno nella clinica bolognese si intreccia con una riflessione urgente: il futuro della natalità in Italia. «Il fenomeno più evidente è la progressiva e inarrestabile riduzione delle nascite -spiega Pilu-. È una tendenza che riguarda tutto l’Occidente, ma che nel nostro Paese è ancora più marcata. Per alcuni anni l’impatto è stato in parte compensato dall’arrivo e dall’inserimento delle famiglie straniere, ma oggi anche questo fattore correttivo si è ridotto. La denatalità rimane un problema strutturale».

Uno degli effetti più chiari è l’aumento dell’età alla maternità. «Nella nostra regione circa il 20% delle gravidanze riguarda donne con più di 40 anni -sottolinea-. È un dato enorme se pensiamo a come è cambiata la società. Le donne hanno percorsi di studio e di carriera più lunghi, ed è giusto così, ma questo comporta che spesso la scelta della maternità venga rimandata. Si arriva a desiderare un figlio a 37, 38, 40 anni, e a quel punto le difficoltà sono inevitabili».

Non è però solo una questione femminile. «Anche per l’uomo l’età conta -osserva Pilu-. La qualità degli spermatozoi peggiora col tempo, e questo influisce sul concepimento e sull’esito delle gravidanze. Quando entrambi i partner arrivano tardi alla maternità e alla paternità, i rischi si sommano».

Le conseguenze sono evidenti: più gravidanze tardive significa anche più gravidanze a rischio. «Non bisogna lanciare messaggi terroristici -precisa Pilu-. La maggior parte delle gravidanze, anche oltre i 40 anni, ha un esito felice. Ma è innegabile che la quota di patologie aumenti e che servano più controlli, più cure, più assistenza. La biologia non cambia: il ciclo riproduttivo resta vincolato a una finestra limitata, mentre la società ci porta a spostare sempre più avanti il momento di avere figli».

Proprio la gestione della gravidanza e della sua patologia è il cuore del lavoro di Pilu. «È il mio pane quotidiano -dice con semplicità-. Mi sono sempre occupato di accompagnare le coppie nelle situazioni delicate, nelle gravidanze complicate, nei casi in cui servono strumenti diagnostici precoci e controlli accurati».

Il professore insiste sull’importanza di percorsi di prevenzione e di consapevolezza: «Oggi vediamo che molte donne arrivano tardi a pensare alla fertilità. Spesso ci si accorge dei limiti biologici solo quando si incontrano difficoltà a concepire».

«Sarebbe assai utile sensibilizzare prima: valutare la riserva ovarica, fare esami semplici, programmare. In alcuni casi la crioconservazione degli ovociti, il cosiddetto social freezing, può rappresentare una forma di tutela. Servirebbe proprio un approccio più proattivo», fa eco Eva Pompilii, genetista medico presso la clinica di Bologna e direttrice sanitaria del collegato poliambulatorio Next Fertility Verona.

Il tema della patologia congenita è un altro fronte cruciale per il professor Pilu: «Stimiamo che circa il 3% dei bambini nasca con una malformazione congenita. Molte di queste possono essere riconosciute già in gravidanza, e se diagnosticate in tempo si affrontano meglio. In alcuni casi si possono persino correggere prima della nascita. Per questo sono necessari controlli strutturati e mirati. Un’ecografia precoce tra l’11ª e la 13ª settimana, l’ecografia morfologica intorno alla 20ª settimana e un ulteriore controllo nel terzo trimestre: sono tappe fondamentali. A questi esami ecografici si possono associare test genetici non invasivi, che oggi consentono di individuare molte patologie cromosomiche. E ogni percorso deve essere personalizzato, costruito sulle caratteristiche e sui rischi specifici della coppia».

Con il ritorno di Pilu a tempo pieno, Next Fertility GynePro consolida la sua vocazione di centro di eccellenza per la medicina della riproduzione e per la gestione della gravidanza complessa.

«Qui abbiamo tutte le competenze necessarie: genetisti, ostetrici, ecografisti, specialisti di medicina fetale -conclude-. La vera sfida è mettere insieme queste professionalità e costruire percorsi su misura, capaci di offrire serenità alle coppie in un momento delicato e prezioso della vita».

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