Il Rapporto Coop 2025 fotografa un cambiamento netto e strutturale nei consumi di bevande alcoliche in Italia e in Europa. Nel dettaglio, nel 2024 il vino ha registrato un calo del -3,5% a volume e la birra del -2,1%, con una contrazione più accentuata tra i giovani under 35, fascia che per tradizione era invece considerata tra le più legate a queste tipologie di prodotti.
Parallelamente cresce in modo significativo il segmento delle alternative analcoliche: le birre senza alcol sono aumentate del +20,1% nel primo semestre 2025, mentre gli aperitivi analcolici segnano un +2,1%. La svolta, che il report definisce appunto “salutista”, è trainata soprattutto dai Millennials e dalla Gen Z, generazioni che mostrano una crescente attenzione al benessere, alla forma fisica e alla guida responsabile. Secondo il Rapporto, un italiano su quattro – pari a circa 15,4 milioni di persone – dichiara di preferire una bevanda analcolica anche quando avrebbe la possibilità di scegliere un prodotto alcolico.
Il fenomeno non riguarda soltanto l’Italia. Guardando al confronto internazionale, nel 2024 il nostro Paese ha registrato un calo complessivo dei consumi alcolici del 2,7%, a fronte di una crescita del segmento analcolico pari al +14,8%. In Francia la diminuzione è stata ancora più marcata (-5,3%), con un aumento degli analcolici del +4,9%. Stesso trend in Regno Unito e Germania, dove i consumi alcolici sono calati rispettivamente del 4,9% e del 5,2%, mentre le alternative no-alcool hanno conosciuto crescite record: +96,1% nel Regno Unito e +10,9% in Germania.
Il quadro che emerge è quello di una trasformazione culturale e sociale: meno convivialità legata al bicchiere di vino o alla pinta di birra e più attenzione a prodotti percepiti come moderni, leggeri e in linea con un concetto di “piacere senza eccessi”. La diffusione di eventi “dry”, l’espansione dell’offerta di mocktail e la crescente presenza di birre e spumanti analcolici sugli scaffali della grande distribuzione rafforzano questa dinamica.
Un cambiamento che, secondo gli esperti, non si tratta di una moda passeggera, ma di un trend destinato a consolidarsi nel tempo, spinto da una sensibilità crescente verso la salute e da stili di vita sempre più orientati alla sostenibilità e alla responsabilità sociale.