Una vera e propria “mappatura nazionale” degli autovelox: è questo l’obiettivo annunciato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel corso del question time al Senato.
“Abbiamo deciso di chiedere una mappatura degli autovelox in Italia, cosa che incredibilmente a oggi non esiste”, ha spiegato il ministro. “Non si sa quanti siano, da quanto tempo siano in funzione, se siano stati regolarmente omologati e con quali finalità siano stati installati”.
Per rispondere a questa mancanza di trasparenza, il Mit ha lanciato nel mese di agosto un’operazione dedicata, con la creazione di una piattaforma telematica sulla quale tutti gli enti locali dovranno registrare i dispositivi presenti sul proprio territorio. Gli enti avranno tempo fino a ottobre per inserire i dati richiesti: “In assenza di questa comunicazione – ha sottolineato Salvini – gli autovelox non dichiarati non potranno più essere utilizzati per accertare violazioni al Codice della strada”.
L’obiettivo, ha precisato il ministro, non è politico ma “di civiltà”: “Vogliamo tutelare la sicurezza sulle strade ma anche il diritto al lavoro e alla libertà di movimento di milioni di italiani, che devono sapere con chiarezza in che modo e dove vengono effettuati i controlli”.
Un intervento che punta quindi a garantire maggiore trasparenza, contrastando gli abusi e ridando certezza ai cittadini sull’utilizzo degli strumenti di rilevazione della velocità.