Strage di Pioltello: per i giudici, la gestione della sicurezza di Rfi fu adeguata

Una decisione che lascia molto perplessi

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

“L’istruttoria non ha consentito di accertare, al di la’ di ogni dubbio ragionevole, le ipotizzate carenze nel sistema di gestione della sicurezza ferroviaria imputate all’ad, alla luce del suo ruolo e delle sue prerogative all’interno di RFI”.

Lo scrivono i giudici del Tribunale di Milano nelle motivazioni alla sentenza con la quale il 25 febbraio scorso avevano assolto Rfi-Rete ferroviaria italiana, il suo allora ad Maurizio Gentile e altri dirigenti della societa’. L’unica condanna era stata per il dipendente Marco Albanesi, che guidava l’Unita’ manutentiva di Brescia.

Per i magistrati manca “un nesso eziologico”, cioe’ un rapporto causa- conseguenza, “fra l’omissione delle cautele individuate nell’imputazione a carico di Gentile e l’evento da cui discende l’esistenza del reato di disastro ferroviario”, l’usura di un giunto. Gentile era accusato di li omicidi colposi plurimi e lesioni colpose plurime. Fu la rottura di quel giunto malmesso che, alle 6.56 del 25 gennaio 2018, fece deragliare il treno regionale 10452 Cremona-Milano Porta Garibaldi con a bordo 350 pendolari, poco dopo la stazione di Pioltello (Milano) provocando la morte di tre passeggere (Ida Milanesi, Giuseppina Pirri e Pierangela Tadini) e il ferimento di altre 100 persone.

I giudici divergono dalla tesi della Procura che aveva invece addebitato a Gentile “una politica della sicurezza in RFI del tutto inadeguata, sul piano degli investimenti, su quello dello stanziamento di risorse umane e materiali congrue, e, infine, sul piano della formazione del personale preposto alla manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria”.

“Mancano elementi di prova da cui desumere l’inadeguatezza degli stanziamenti di risorse tra il 2014 e il 2018 quando Gentile era ad” ribatte il Tribunale che anzi sottolinea “elementi che vanno in segno opposto” rispetto alla tesi dell’accusa richiamandosi a testimonianze e documenti tra cui un dossier dell’Ente certificazione sicurezza che segnala “addirittura la presenza di taluni esuberi” in relazione al rapporto tra ore di lavoro e risorse umane.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner