L’Associazione nazionale funzionari di polizia esprime “profondo rammarico” per i drammatici eventi di Olbia e di Genova, che hanno visto la morte di due uomini a seguito di interventi nei quali e’ stato utilizzato il Taser”. Cosi’ in una nota Enzo Letizia, segretario dell’Associazione.
“E’ doveroso sottolineare la piena fiducia nel lavoro delle autorita’ giudiziarie competenti – premette Letizia – che con le indagini e gli accertamenti disposti stabiliranno le cause esatte dei decessi e la dinamica dei fatti. E’ opportuno tuttavia ribadire alcuni elementi di natura tecnico-operativa.
Il Taser e’ stato introdotto nel nostro Paese come strumento di contenimento non letale. La sua funzione e’ quella di consentire agli operatori di interrompere condotte violente o pericolose senza dover ricorrere a mezzi tradizionalmente piu’ traumatici, riducendo il rischio di lesioni tanto per chi mette in atto il comportamento aggressivo quanto per i cittadini e per gli stessi operatori.
Le modalita’ d’impiego sono rigidamente disciplinate da procedure e addestramenti specifici, che prevedono l’utilizzo del dispositivo solo in contesti di reale e grave minaccia. La formazione, continua e certificata, garantisce che l’intervento sia sempre proporzionato e inserito nel quadro delle regole tecniche e giuridiche previste”.
“Va inoltre sottolineato – continua il leader sindacale – che il Taser non e’ infallibile, esistono casi in cui il suo impatto e’ risultato parziale o del tutto inefficace. In un episodio particolarmente significativo, durante la notte dell’8 maggio 2024 alla stazione di Lambrate a Milano, il dispositivo non ebbe effetto.
Ne scaturi’ una colluttazione durante la quale un vice ispettore rimase gravemente ferito da coltellate, e per giorni lotto’ tra la vita e la morte. Questo caso dimostra con chiarezza come il limite tecnico debba essere sempre considerato e affrontato con la massima attenzione formativa e operativa. L’esperienza maturata a livello internazionale e i primi dati nazionali indicano comunque come l’uso del Taser contribuisca a limitare lo scontro fisico diretto, che rappresenta la fase piu’ rischiosa degli interventi di polizia, soprattutto quando si ha a che fare con soggetti in stato di forte alterazione.
In un’ottica di sicurezza collettiva, la disponibilita’ di strumenti tecnologici intermedi come il Taser costituisce quindi un presidio di tutela e prevenzione, coerente con il principio di proporzionalita’ che orienta l’azione delle forze di polizia in uno Stato democratico”.