San Siro, niente più panini con salsiccia e birra? Ambulanti in subbuglio

Contratto scaduto

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Le luci a San Siro, rischiano di non accendersi piu’. Prima di quelle che illuminano la “Scala del calcio” il cui destino appare ancora incerto, il rischio e’ che vengano spente le luci intorno al Meazza, quelle dei venditori di panini e di merchandising che, da quasi 70 anni lavorano fuori dallo stadio milanese. Niente piu’ nuvole di profumi ( o odori, dipende dai punti di vista) di salamella e caldarroste. Niente piu’ luci per cappellini, bandiere e sciarpe dai colori piu’ o meno apprezzabili. Almeno rischiano di non accendersi piu’ le luci degli attuali venditori.


Il contratto fra M-I Stadio, la srl che gestisce le aree dello stadio per conto di Inter e Milan, e il Consorzio Operatori Stadio Milano, che riunisce gli ambulanti, e’ scaduto infatti il 31 luglio
e il Consorzio operatori stadio Milano e il Comitato dei lavoratori ambulanti contestano la pretesa che, dallo scorso 1 agosto, non vi sia piu’ alcun diritto, da parte degli ambulanti, a poter operare nell’area al di fuori dello stadio di San Siro.

E loro sono pronti a dare battaglia: “Il 17 agosto – annuncia Giacomo Errico, presidente di Apeca (Confcommercio Milano) e Fiva Confcommercio, e portavoce del Comitato dei Lavoratori Ambulanti del comparto merchandising e alimentare dello stadio San Siro – faremo una manifestazione/presidio nell’area antistante allo stadio in occasione dell’inizio della stagione calcistica con la partita Milan-Bari di Coppa Italia. E andremo avanti a oltranza con presi’di e iniziative fino a quando non si trovera’ una soluzione equa, vera e praticabile per le 64 aziende, regolarmente autorizzate, che operano vicino allo stadio in occasione delle partite o degli eventi musicali. 64 attivita’ che danno lavoro, in forma diretta ed indiretta, a piu’ di mille persone”.

Il punto della situazione lo riassume Luigi Leanza, presidente del Cda del Consorzio operatori stadio Milano: “con M-I Stadio era stata avviata, e anche conclusa, un’interlocuzione per giungere al rinnovo dello spazio lavorativo per i 64 operatori ambulanti consorziati (il 65 per cento nell’alimentare, il 35 per cento nel merchandising: magliette, sciarpe, cappellini ecc.). Con la disponibilita’ – a fronte di un onere economico complessivo che, non va scordato, per gli operatori e’ di 860 mila euro all’anno – sia ad accogliere le necessita’ future di riorganizzazione dell’area in relazione a possibili attivita’ di cantierizzazione, sia ad accettare ulteriori punti vendita ufficiali di merchandising. Ma tutto questo e’ stato improvvisamente cancellato dalla trasmissione di un testo contrattuale definito unilateralmente da M-I Stadio e non modificabile. Con, in sostanza, il sacrificio degli operatori del merchandising e una facolta’ di esclusione discrezionale degli operatori riservata alle societa’ sportive e a M-I Stadio.

Un ‘prendere o lasciare’ che respingiamo al mittente”. A rischio, dunque, la combo classica “panino con la salamella, birra e partita” a cui si aggiungeva anche l’acquisto di sciarpa, maglietta o cappellino della squadra del cuore. Merchandising che, spesso, veniva inventato direttamente dagli ambulanti come, ricorda una delle operatrici, “il cappellino con le ‘trecce’ di Gullit, se lo ricorda? Lo aveva inventato mia mamma”. San Siro e’, anche, questo. Ma, come ha potuto verificare chiunque sia andato allo stadio, gli ambulanti sono coriacei: “Se qualcuno pensa che ci stanchiamo – rimarca Errico – hanno sbagliato a capire. Io mi stavo godendo le mie vacanze. Mi faro’ Ferragosto allo stadio di San Siro: c’e’ la griglia, porteremo le tende, le roulotte. Dormiamo qua, non c’e’ problema. Faremo delle vacanze alternative. Ci porteremo una piscinetta, a turno faremo il bagno”. Errico aggiunge che “a maggio, durante la trattativa, per giustificare la richiesta di sacrificare gli ambulanti del merchandising, si era fatto capire che fossero in corso indagini su alcuni operatori. Ma non e’ vero, lo ha appurato il nostro legale: non esiste percio’, e va affermato con forza, alcun ostacolo di ordine giudiziario al rinnovo del contratto. Siamo davanti alla vecchia storia: pesce grande vuole mangiare pesce piccolo. Noi non ci stiamo”.

Neppure la possibilita’ della vendita dello stadio preoccupa i commercianti che, anzi, segnalano che nella convenzione e’ presente una clausola che rafforza la loro posizione: “C’e’ un articolo nella convenzione della vendita dello stadio di San Siro che dice molto chiaramente che chi comprera’ lo stadio deve tenere presente anche i 64 ambulanti”. Una volonta’ di tutela prevista, secondo quanto riferisce Errico, anche da quanto deliberato sia dal Consiglio comunale sia dalla Giunta di Palazzo Marino (dicembre 2022 e gennaio 2023) dove c’e’ “la chiara indicazione che si debbano tutelare gli ambulanti attualmente occupati e che sia necessario sottoscrivere accordi specifici in questo senso con le societa’ proponenti, cioe’ Inter e Milan, soci di M-I Stadio”.

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