Urbanistica a Milano, Enrico Costa (FI): classico schema da processo mediatico

Duro attacco del deputato garantista

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

“Perche’ seguo in modo costante l’inchiesta urbanistica di Milano? Perche’ riproduce in pieno lo schema del processo mediatico, come nel nostro Paese ce ne sono, piccoli o grandi, tantissimi. Lo schema e’ questo: – nei primi atti, decreti di perquisizione o richieste di custodia cautelare sono contenuti i testi di intercettazioni, informative o chat Whatsapp che finiscono direttamente ed integralmente sui giornali, prima ancora che la difesa possa pronunciare una parola.a questo punto cominciano a farsi avanti i ‘sedicenti garantisti’, quelli che dopo il ‘sono garantista’ pronunciano un ‘MA’ grosso come una casa, dietro cui chiedere dimissioni e sparare a zero.

Arrivano ovviamente le dimissioni, per sfinimento o per timore di misure cautelari – arrivano le misure cautelari, con il Gip che si appiattisce sulla procura (il GIP nel nostro sistema e’ come l’opossum, si finge morto per non scontentare la procura; a Milano tutti ricordano quel Gip che aveva rigettato un centinaio di richieste di arresto, era stato accusato dai Pm di fare copia e incolla, poi denunciato a Brescia e anche disciplinarmente, tutto finito in nulla); – a questo punto il processo mediatico e’ quasi concluso, con la sentenza che e’ costituita dai capi di imputazione, e le motivazioni scritte negli articoli dei soliti cronisti di giudiziaria (e sarei curioso di sapere, se sequestrassero il cellulare di qualche PM o di qualche investigatore, quanti contatti con questi cronisti). – quando arrivano, perche’ arrivano, settimane, mesi, anni dopo le difese e giudici realmente terzi, tutto si capovolge, le accuse cadono, arrivano i proscioglimenti e le assoluzioni, ma questo non interessa piu’ a nessuno.

Non interessa ai Pm che nel frattempo avranno gia’ aperto un’altra inchiesta e nessuno chiedera’ loro conto dei flop, verranno promossi con giudizio positivo come il 99% dei magistrati – non interessa ai giornali, che continueranno a celebrare la presunzione di innocenza negli editoriali ed a macellare gli indagati nelle cronache e daranno, neanche sempre, notizie delle assoluzioni in qualche trafiletto nelle pagine interne – non interessa alla politica, perche’ chi si e’ dimesso e’ ormai dimenticato e comunque la scorciatoia giudiziaria l’hanno percorsa tutti, chi piu’ chi meno – non interessa a buona parte dell’opinione pubblica, perche’ ormai si e’ consolidata la mole di accuse e chat, e un’assoluzione non rimedia nulla nella mente di chi e’ ormai condizionato – la reputazione di chi e’ assolto dopo anni e’ ormai compromessa”. Lo scrive su X Enrico Costa, vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera e deputato di Forza Italia.

“Eppure noi continuiamo a pensare che lo Stato debba mettere in mano ai magistrati tutti gli strumenti per indagare, ma deve anche garantire che se una persona viene chiamata a rispondere di un reato e ne esce da innocente sia, come immagine e reputazione, la stessa persona che era prima di entrare nell’ingranaggio giudiziario. Oggi non e’ cosi'”, conclude.

■ Prima Pagina

Ultim'ora

Altre Storie

Pubblicità

Ultim'ora nazionali

Altre Storie

Pubblicità

contenuti dei partner