“Perche’ seguo in modo costante l’inchiesta urbanistica di Milano? Perche’ riproduce in pieno lo schema del processo mediatico, come nel nostro Paese ce ne sono, piccoli o grandi, tantissimi. Lo schema e’ questo: – nei primi atti, decreti di perquisizione o richieste di custodia cautelare sono contenuti i testi di intercettazioni, informative o chat Whatsapp che finiscono direttamente ed integralmente sui giornali, prima ancora che la difesa possa pronunciare una parola.a questo punto cominciano a farsi avanti i ‘sedicenti garantisti’, quelli che dopo il ‘sono garantista’ pronunciano un ‘MA’ grosso come una casa, dietro cui chiedere dimissioni e sparare a zero.
Arrivano ovviamente le dimissioni, per sfinimento o per timore di misure cautelari – arrivano le misure cautelari, con il Gip che si appiattisce sulla procura (il GIP nel nostro sistema e’ come l’opossum, si finge morto per non scontentare la procura; a Milano tutti ricordano quel Gip che aveva rigettato un centinaio di richieste di arresto, era stato accusato dai Pm di fare copia e incolla, poi denunciato a Brescia e anche disciplinarmente, tutto finito in nulla); – a questo punto il processo mediatico e’ quasi concluso, con la sentenza che e’ costituita dai capi di imputazione, e le motivazioni scritte negli articoli dei soliti cronisti di giudiziaria (e sarei curioso di sapere, se sequestrassero il cellulare di qualche PM o di qualche investigatore, quanti contatti con questi cronisti). – quando arrivano, perche’ arrivano, settimane, mesi, anni dopo le difese e giudici realmente terzi, tutto si capovolge, le accuse cadono, arrivano i proscioglimenti e le assoluzioni, ma questo non interessa piu’ a nessuno.
Non interessa ai Pm che nel frattempo avranno gia’ aperto un’altra inchiesta e nessuno chiedera’ loro conto dei flop, verranno promossi con giudizio positivo come il 99% dei magistrati – non interessa ai giornali, che continueranno a celebrare la presunzione di innocenza negli editoriali ed a macellare gli indagati nelle cronache e daranno, neanche sempre, notizie delle assoluzioni in qualche trafiletto nelle pagine interne – non interessa alla politica, perche’ chi si e’ dimesso e’ ormai dimenticato e comunque la scorciatoia giudiziaria l’hanno percorsa tutti, chi piu’ chi meno – non interessa a buona parte dell’opinione pubblica, perche’ ormai si e’ consolidata la mole di accuse e chat, e un’assoluzione non rimedia nulla nella mente di chi e’ ormai condizionato – la reputazione di chi e’ assolto dopo anni e’ ormai compromessa”. Lo scrive su X Enrico Costa, vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera e deputato di Forza Italia.
“Eppure noi continuiamo a pensare che lo Stato debba mettere in mano ai magistrati tutti gli strumenti per indagare, ma deve anche garantire che se una persona viene chiamata a rispondere di un reato e ne esce da innocente sia, come immagine e reputazione, la stessa persona che era prima di entrare nell’ingranaggio giudiziario. Oggi non e’ cosi'”, conclude.