La Procura di Milano ha depositato oggi al tribunale del Riesame nell’inchiesta sull’urbanistica una serie di chat estrapolate dai telefoni degli arrestati del 31 luglio contenenti conversazioni con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, indagato per induzione indebita sul progetto dell’ex Pirellino.
È quanto si apprende a poche ore dall’udienza in cui l’ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, e l’ex presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, chiederanno, con gli avvocati Giovanni Brambilla Pisoni ed Eugenio Bono, la revoca degli arresti domiciliari per corruzione e falso disposti dal gip Mattia Fiorentini. Le udienze sono previste a partire dalle 9.50 del mattino. Negli ultimi giorni i pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici e l’aggiunta Tiziana Siciliano hanno delegato diversi uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza a estrapolare attraverso “parole-chiave” le chat dalle copie forensi dei cellulari sequestrati il 16 luglio durante una ventina di perquisizioni. Parole-chiave che riguarderebbero i 6 arrestati, i numerosi indagati del fascicoli e i nomi dei progetti immobiliari.
I nuovi documenti finiranno nelle mani di tutti i sei indagati che hanno fatto ricorso al Riesame – gli imprenditori Manfredi Catella, Andrea Bezziccheri e Federico Pella, e l’ex componente della Commissione paesaggio Alessandro Scandurra, oltre a Tancredi e Marinoni – ma soprattutto dei giudici che sono chiamati a decidere sulle esigenze cautelari. La mossa della Procura non è insolita e sembra rispondere alla decisione del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini di escludere l’induzione indebita come reato contestato alle persone coinvolte nel progetto Pirellino, progetto di via Messina su cui ci sarebbero state pressioni dello stesso sindaco Sala, secondo l’ipotesi accusatoria che vede indagato il primo cittadino per falso e induzione indebita.
Le chat che verranno depositate domani sono solo le prime di un dialogo che sembra serrato: ci vorranno mesi, almeno sei, per svelare interamente il contenuto conservato su Whatsapp dagli indagati che toccano fascicoli più o meno noti e che approfondiscono anche il progetto Pirellino su cui la Procura insiste sulla corruzione e sulla cifra.