Grazie, Sandro. Venerdì 11 luglio è stata una serata speciale per l’oratorio San Giovanni Bosco di Robecco sul Naviglio. In un clima semplice ma profondamente sentito, i ragazzi dell’oratorio hanno consegnato una targa a Sandro Zenoni – per tutti, semplicemente Sandro – che da quarant’anni rappresenta una presenza costante, generosa e discreta dietro il bancone del bar.
Quarant’anni di servizio, di attenzione ai giovani, di piccoli gesti quotidiani che diventano segni concreti di un amore autentico per la comunità e per il carisma educativo di don Bosco. La targa, consegnata tra gli applausi, riporta una frase che ben sintetizza lo spirito che ha guidato Sandro nel suo lungo cammino al servizio dell’oratorio:
“Ricordatevi che l’educazione è cosa di cuore, e che solo Dio ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne dà in mano le chiavi”.
San Giovanni Bosco, 1883
Accanto a questa citazione, le parole incise parlano con chiarezza:
“L’impegno perseverante vissuto da tanti anni dedicato all’oratorio, dal bar alla cappella, merita di essere ricordato. È un riconoscimento, non un congedo. È un invito e un incoraggiamento a continuare un compito necessario. Grazie, caro Sandro.”
Una testimonianza sincera di affetto e gratitudine da parte di più generazioni di ragazzi e famiglie che hanno trovato in Sandro un punto di riferimento. Sempre presente, senza clamore, con quel tratto sobrio e concreto che caratterizza chi ama davvero.
Questa lunga storia di dedizione si inserisce in una tradizione che ha visto altri volti lasciare un segno profondo nella memoria collettiva di Robecco. Prima di Sandro, infatti, dietro il bancone dell’oratorio maschile c’era il Cisco – al secolo Francesco Garavaglia – una figura indimenticabile per la comunità. Con la sua radiolina sintonizzata su “Tutto il calcio minuto per minuto” e le pizzette servite tra un tempo e l’altro dei film domenicali, il Cisco è rimasto nel cuore di molti. Dopo la sua improvvisa scomparsa nel 2019, Robecco gli ha tributato un affetto immenso, lo stesso che oggi riconosce a Sandro.
Dai tempi del don Cesare fino ad oggi, l’oratorio di Robecco ha potuto contare su persone che, con il loro servizio silenzioso e instancabile, hanno custodito e fatto crescere un luogo che è molto più di uno spazio fisico: è un pezzo di anima del paese.
Sandro Zenoni è, e resta, il “Sandro del bar” – ma per tanti è soprattutto il Sandro del cuore. Grazie ancora e sempre, Sandro.
Si ringrazia Mattia Ceriotti per le immagini