E’ sempre alta l’attenzione del territorio sul tema del Parco Fotovoltaico che la società Sorgenia vorrebbe far nascere all’interno del Parco del Gelso nei territori dei comuni di Santo Stefano Ticino, Marcallo con Casone e Ossona.
Un ‘ecomostro’ – come lo ha correttamente definito il Senatore Massimo Garavaglia il primo che si è mosso per disinnescare questa potenziale ‘bomba’ – pari a 150 campi da calcio quanto a dimensioni.
Con Ticino Notizie abbiamo più volte trattato l’argomento ponendoci fin da subito accanto alle comunità del territorio che seguendo l’invito del Senatore Garavaglia, stanno facendo fronte comune. Un’azione ricordiamolo che si è sviluppata e che si sta sviluppando su più fronti. Con la nascita, ormai da qualche settimana, anche del ‘Comitato Ranteghetta’.
Di fatto, un esempio tangibile di ‘bella politica’ perché il NO al Parco Fotovoltaico è stato univoco e trasversale. Dietro alla regia di Garavaglia, infatti, non si sono dati man forte solo gli enti comunali, ma anche Città Metropolitana con la Consigliera Sara Bettinelli, già Sindaca di Inveruno e, ovviamente, Regione Lombardia dove non mancano esponenti dell’Ovest Milanese – a partire da Silvia Scurati di Bareggio – che siedono tra gli scranni del Consiglio a Palazzo Pirelli. Senza dimenticare la petizione su change.org che ha superato il tetto delle 1.200 firme.
Ma adesso che il fronte è compatto cosa può succedere? Abbiamo riordinato i vari tasselli del puzzle, grazie all’analisi di contesto del Senatore Garavaglia che riparte citando la normativa approvata all’epoca del Governo Draghi per questo genere d’insediamenti.
“Questa disposizione – chiarisce Garavaglia che ha fatto parte del Governo in questione e quindi ha seguito da vicino l’intero iter – facilita ma non rende automatici questi impianti. Inoltre, qualora ci siano pareri discordanti tra i Ministeri coinvolti (– nella fattispecie Cultura con Giuli, Ambiente con Pichetto Fratin e Agricoltura con Centinaio) decide il Consiglio dei Ministri”.
Ad oggi va detto che grazie a questa ‘sollevazione popolare’ con pareri così ampi e trasversali raccolti, porta ad essere fiduciosi rispetto all’epilogo di questa vicenda. Ma per Garavaglia è opportuno rivedere a livello di sistema tutta la questione ‘green’ a partire dai parametri imposti da Bruxelles.
“Ora è importante il dato politico di Regione Lombardia sull’area del Parco del Gelso. Ciò detto – osserva il Senatore – è chiaro che la nostra Regione deve lavorare e puntare sulle rinnovabili, ma al contempo deve tutelare le aree di pregio. Per trovare questa giusta sintesi, si dovrebbero al più presto abbassare certi obiettivi posti in sede UE che sono francamente irrealizzabili”.
Dunque, l’azione di pressing istituzionale deve essere portata avanti su più livelli. In sede Parlamentare, frattanto, Garavaglia si è già mosso. Da un lato, seguendo passo dopo passo la posizione dei Ministeri competenti, quindi, in particolar modo, con il collega pavese Gian Marco Centinaio, oggi vice presidente a Palazzo Madama, per arrivare alla presentazione di una mozione.
L’ obiettivo è giungere ad una moratoria su questo genere di impianti cercando di inasprire i criteri per la loro approvazione. In secondo luogo, il pensiero di Garavaglia è quello di ‘blindare’ questi terreni evitando che dietro ad operazioni di questo tipo, si possano nascondere anche delle vere e proprie speculazioni.
“Posto quello che si è detto sugli obiettivi europei da ritarare, senz’altro i parchi fotovoltaici possono essere soluzioni intelligenti per riconvertire aree dismesse. Ma non altrove. Se si tocca la terra si fanno danni enormi.
Soprattutto non si deve in nessun modo consentire che poi siano anche concesse delle varianti con la trasformazione di questi siti in produttivi. Per questo mi batterò con tutte le mie forze perché venga introdotto il vincolo dei 90 anni per un terreno agricolo destinato a questo genere d’infrastrutture ‘verdi’. Salvo poi trovarci anche la logistica su territori già sottratti alla loro vocazione originaria”.
Naturale che le considerazioni poste dal Senatore della Lega vadano oltre il ‘caso Ranteghetta’ su cui occorre continuare a stare vigili.
Tornando, invece, a questa vicenda venuta alla ribalta praticamente all’improvviso, l’appello finale di Garavaglia è al buon senso e alla trasparenza. “Proprio perché Sorgenia è un grosso ‘player’ in quest’ambito sono fiducioso che comprenda come non sia conveniente per nessuno andare contro la volontà delle comunità locali. Sarebbe un danno per tutti. Più in generale – chiosa Garavaglia – occorre sempre massima trasparenza da parte di tutti i soggetti in primis dei privati che sono coinvolti in questa operazione”.