“La visione diretta dei reperti, in uno con le metodiche prescelte di analisi, ha di fatto smorzato qualsiasi possibile, e a mio parere immotivato, entusiasmo o meglio, falsa speranza”. E’ la considerazione all’AGI di Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, all’indomani dei primi esiti dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco che si e’ svolto nei laboratori della Polizia Scientifica in Questura a Milano. Tra i risultati principali, seppure parziali, c’e’ quello sull’impronta 10, impressa sulla porta della villetta di via Pascoli. All’Obti test non e’ stata rilevata la presenza di sangue nella traccia sotto gli occhi dei periti Denise Albani e Domenico Marchegiani. Verra’ comunque rianalizzata, su richiesta della difesa di Alberto Stasi, con un’altra metodica nelle prossime tappe dell’incidente probatorio che e’ stato aggiornato a domani. Capra sottolinea come l’incedere del tempo renda molto difficili gli accertamenti nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto 18 anni fa. “Non ci sono novita’ eclatanti e quindi questo non gioca a favore di chi spera in capovolgimenti di fronte – afferma l’esperto genetista che si e’ occupato dei piu’ eclatanti casi di cronaca nera dell’ultimi decennio -. Oggettivamente le analisi si prospettavano gia’ molto complesse in considerazione della tipologia di reperti, della quantita’ teorica di materiale biologico presente e del tempo trascorso e quindi della intervenuta sicura degradazione almeno parziale”.
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